La mappa dei precari, un fenomeno che esplode/1

La stampa nazionale ha dato notizia, nei giorni scorsi, di una tendenza alla riduzione del precariato nei diversi settori lavorativi del Paese.
Nella scuola statale, con riferimento solamente ai supplenti annui e temporanei fino al termine delle attività didattiche (con esclusione quindi dei supplenti su nomine brevi), c’è una uguale tendenza per il personale precario, docente e Ata?
No. La mappa del precariato nella scuola indica che il precariato in questi anni è aumentato, e che è particolarmente elevato nella scuola secondaria (favorito dalla diffusione degli spezzoni di cattedra, che determinano un aumento di docenti coinvolti) e – dal punto di vista geografico – al nord (per l’incremento di alunni, non sostenuto da un’immediata variazione di organico). Una cifra per tutte: nella scuola media del nord-est è precario un docente su cinque.
Ma vediamo le cifre in dettaglio. Quest’anno i docenti precari sono 124.400 (dati ufficiosi Miur), mentre l’anno scorso erano 127.400: tremila in meno che, però, non bastano per ritenere che il calo rappresenti una tendenza, visto che i livelli di precariato dell’ultimo biennio sono in assoluto i più elevati dell’ultimo decennio e rappresentano, rispetto al personale docente in servizio, la percentuale di precariato più alta mai registrata.