La manovrina si beve i posti per la stabilizzazione dei docenti?

Nonostante le dichiarazioni e le rassicurazioni della ministra Fedeli, il Ministero dell’economia (Mef) non ha ancora dato il via libera alla stabilizzazione dall’organico di fatto a quello di diritto dei 25 mila posti di docente (20 mila per accorpamento di spezzoni di cattedra e 5 mila per stabilizzazione di posti di sostegno in deroga).

In un recentissimo question-time in Parlamento il ministro Padoan ha fatto, come si dice, “melina”, parlando di controlli e di verifiche tecniche, ma ha anche lasciato intendere che probabilmente tutti quei posti non potranno essere assegnati, come, invece, continua a sostenere la sua collega Fedeli che su quei posti fa affidamento sia per dare maggior respiro ai trasferimenti degli insegnanti sia per stabilizzare un’altra quota di precariato.

Eppure nella legge di stabilità per il 2017 la copertura finanziaria per i 25 mila posti è chiaramente prevista: 140 milioni per quest’anno (rateo da settembre a dicembre) e 400 milioni dal 2018.

Poiché i calcoli erano già stati fatti a suo tempo dai tecnici del Mef, la copertura, tutt’al più, potrebbe essere di poco inferiore e, quindi, praticabile con qualche centinaio di posti in meno.

Ma il lungo ritardo per dare risposta alle insistenti richieste della ministra Fedeli potrebbe nascondere una verità piuttosto spiacevole.

La manovrina richiesta da Bruxelles per mettere in ordine i conti del bilancio italiano potrebbe comportare infatti tagli a diversi ministeri per far fronte a circa 3,4 miliardi di euro necessari per sistemare il bilancio di quest’anno.

Se tagli vi saranno, anche il Miur dovrà fare la sua parte e, dato che quei soldi per i 25 mila posti non sono stati ancora impegnati, potrebbero prendere, almeno in parte, un’altra direzione.

Sarebbe la prima sconfitta politica della ministra.