Tuttoscuola: Non solo statale

La Giannini conferma apertura piena alla scuola paritaria

Intervista al settimanale Tempi

Dopo le esternazioni al convegno di Treelle dei giorni scorsi sulla scuola paritaria, il ministro Giannini ritorna sulla questione dei costi standard sul settimanale Tempi.

A noi Stato italiano cosa conviene? Alla fine ci conviene parità e costo standard” ha detto il ministro.

Nel corso dell’intervista, la Giannini ha auspicato che si giunga a una effettiva parità anche per le scuole non statali, perché quella attuale è senza “ossigeno, non ci sono le risorse per attuarla concretamente“.

La Giannini non si è fermata ad un semplice auspicio: ha detto di più: “i tempi sembrano maturi perché questo possa avvenire e mi parrebbe curioso che nell’ambito della scuola questa coraggiosa azione di riforma strutturale non avvenisse“.

Il ministro, tuttavia, è consapevole degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di quell’impegnativo obiettivo: “Primo: i pregiudizi culturali. Pensi alla discussione veramente fuorviante che abbiamo avuto lo scorso anno a proposito del referendum sulle scuole paritarie a Bologna. Mi stupì che anche persone di alto livello culturale sostenessero allora che pubblico è sinonimo di statale.”

Per la Giannini la prima condizione è che la parità scolastica non sia più un tema di parte e, per dirla brutalmente, il tema di una certa sinistra che è contro il paritario perché diventa privato, perché diventa cattolico e perché diventa clericale.

Il secondo problema per il ministro quello dei costi. Un ostacolo che, a suo parere, potrebbe essere superato con “l’applicazione del “costo standard””.

Se ciò non si realizzasse, “tra cinque-sei anni, il sistema delle paritarie si spegnerebbe. Ma se si spengono le paritarie, saranno 6 miliardi e spiccioli in più che graveranno sul bilancio del già oneroso bilancio dello Stato”.

La Giannini conclude con perentorietà: Dunque, al di là delle considerazioni culturali e di principio, mettiamoci pure la benda della cecità politica: a noi Stato italiano cosa conviene? Alla fine ci conviene parità e costo standard”.

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