La centralità dello studente: da slogan a realtà, con i test computer-based

Riceviamo e pubblichiamo volentieri alcune riflessioni sul tema dei test “computer-based”, nel senso di un loro possibile utilizzo come strumento di raccordo tra le varie istituzione coinvolte nel percorso formativo di uno studente, dalla scuola media inferiore fino all’università, oltre che per la semplificazione delle procedure di esame, da parte di Vittorio Ravaioli, amministratore delegato della società Kion.

Invitiamo i lettori a commentarle e a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

La centralità dello studente: da slogan a realtà, con i test computer-based

Quante volte abbiamo sentito decantare il concetto di “centralità dello studente”? È senza dubbio l’espressione più in voga ogniqualvolta si pone l’accento sulle caratteristiche alle quali si ispirano i programmi educativi o le riforme che impattano sul mondo dell’Istruzione. È un concetto avvincente che, nelle intenzioni di chi lo esprime, vuole ribadire con efficacia l’orientamento delle decisioni e degli sforzi profusi a beneficio esclusivo dello studente.

Eppure, ai più sembra sfuggire che la centralità dello studente, per essere realmente tale, richiede un presupposto di fondo: la capacità di mantenere la coscienza del percorso formativo dei ragazzi nell’attraversamento dei vari gradi di educazione, dalla scuola media inferiore fino all’Università. In poche parole, di unificarne il cammino. Il che implica un necessario raccordo tra le varie istituzioni che si succedono nel passaggio degli allievi da un livello di istruzione all’altro.

La creazione e l’attribuzione a ciascun studente della sua “identità digitale” può essere il punto di partenza per un obiettivo di questo tipo. Non parliamo, quindi, di identità digitali “provvisorie”, funzionali alla gestione informatica dei singoli istituti e che cessano di esistere per rinascere ex novo a ogni passaggio; ma di un‘identità digitale continuativa, che consenta appunto di creare un raccordo tra i vari istituti portando con sé la memoria dello sviluppo e dei risultati conseguiti dallo studente lungo le varie tappe del suo percorso.

È un processo non semplice, ma fondamentale. Noi, come fornitori di soluzioni e tecnologie per il mondo della Scuola e dell’Università, in Italia e all’Estero, ne abbiamo ambiziosamente fatto la mission a cui ispiriamo lo sviluppo dei nostri progetti. Uno dei più recenti ha riguardato l’introduzione di test computer-based, la cui analisi è stata condotta mettendo allo stesso tavolo autorevoli rappresentanti di Scuola e Università. Ed ecco che da un dibattito costruttivo, come spesso accade, sono emerse interessanti considerazioni su come questa metodologia possa contribuire proprio alla costruzione di un percorso unificato per gli studenti e a migliorare il raccordo tra le diverse istituzioni scolastiche. Vediamo come.

I test computer-based sono già diffusi per certificazioni riconosciute e conseguite a livello internazionale, quali il TOEFL, e per molte certificazioni di tipo tecnologico (Cisco, Microsoft, Oracle…). Quest’anno, su iniziativa dell’Università Milano-Bicocca e per la prima volta in Italia, un test di ammissione all’università è stato digitalizzato e reso disponibile in modalità computer based parallelamente al classico paper based, mantenendo una completa integrazione col processo già in uso presso l’Ateneo. Gli studenti residenti lontano dall’Ateneo hanno quindi avuto la possibilità di iscriversi al test di ammissione presso l’Università e poi sostenere l’esame presso un Test Center in una scuola a loro vicina, con ovvi vantaggi logistici ed economici.

Ebbene, un interessante spunto emerso dall’analisi del progetto è stato quello di usare la modalità computer-based per somministrare test standardizzati, adeguatamente strutturati, ai numerosissimi alunni che ogni anno sostengono l’esame di maturità e l’esame di terza media. Attualmente, infatti, ogni istituzione disegna e somministra il proprio specifico test, laddove sarebbe ottimale trovare, mutuando il modello statunitense del SAT, un’unica modalità di valutazione in grado di fornire tutti i parametri necessari a ciascuna istituzione, valutando i ragazzi secondo uno schema condiviso e accettato da tutti gli attori.

Tale metodologia offrirebbe la soluzione in grado di fornire alle università i criteri necessari a valutare l’ammissibilità degli studenti ai propri corsi, e alle scuole e al Ministero un metro adeguato per misurare i risultati dei vari istituti. Tutto, quindi, secondo uno schema che consentirebbe appunto il raccordo tra le diverse istituzioni.

E, in più, con il vantaggio di non sovraccaricare gli studenti di prove: quest’anno gli studenti dell’ultimo anno di scuola superiore si sono trovati, infatti, a sostenere – nell’arco di pochi mesi – i test di ammissione a diverse università e ambiti di studio, il test INVALSI e l’esame di maturità!, con pesante carico di stress il cui valore educativo è quantomeno dubbio.

Inoltre, la somministrazione telematica del test potrebbe essere l’occasione per introdurre nuovi quesiti, che necessitano di informazioni non gestibili con la classica modalità paper-based: pensiamo anche solo all’uso di immagini a colori, che non possono essere stampate su test cartacei per problemi di costo.

Senza contare, infine, l’aspetto della sicurezza: i test computer-based permettono di abbattere drasticamente le possibilità di ricorso che possono verificarsi nel corso del trattamento delle prove cartacee – che giocoforza affrontano molti più step e passaggi di mano, con possibilità di errore, violazione o contaminazione.

Per quanto riguarda l’aspetto logistico, rifacendosi al progetto dell’Università Milano-Bicocca, l’erogazione dei test potrebbe essere gestita da una rete di Test Center distribuiti sul territorio, costituita attraverso il coinvolgimento di istituti scolastici dotati di laboratori informatici e certificati come veri e propri centri esame. La presenza di un responsabile (o proctor) garantirebbe la necessaria verifica dell’identità e della documentazione in possesso degli esaminandi, nonché lo svolgimento dell’esame in maniera corretta, senza interferenze o problemi. La garanzia offerta dal proctor, addirittura, indurrebbe a guardare ai test computer-based anche come una possibilità per lo svolgimento di esami orali, attraverso le moderne e diffuse tecnologie di videoconferenza.

Insomma, dall’analisi di un progetto nasce un disegno più esteso e percorribile. Le opportunità sono evidenti, le tecnologie disponibili. Occorre solo estendere il confronto e unire gli sforzi verso la medesima direzione: il beneficio dello studente.

Vittorio Ravaioli, amministratore delegato Kion