
La Buona Scuola segnerà la fine del precariato?
In questo anno scolastico nelle scuole statali sono in servizio complessivamente 788.500 docenti.
Di questi, vi sono 14.500 docenti supplenti annui su posti vacanti e altri 104 mila docenti supplenti con contratto fino al termine delle attività del 30 giugno (soprattutto su spezzoni di cattedra e su posti di sostegno in deroga.
I docenti con contratto a tempo determinato sono, quindi, 118.500, il 15% del personale docente in servizio. Quell’incidenza di docenza precaria del 15% rispecchia sostanzialmente l’andamento di questi ultimi anni, mentre era del 18% e 17% nel 2006/07 e 2007/08 quando il Governo Prodi (ministro dell’istruzione Fioroni) avviò un primo attacco al precariato con risultati finali positivi, ma al di sotto delle aspettative.
Con l’operazione Buona Scuola che tenta nuovamente l’attacco, forse decisivo, al molok del precariato, si riuscirà a riportare l’incidenza del precariato a valori percentuali fisiologici o, addirittura, ad azzerarli sostanzialmente?
Sulla base della relazione tecnica che accompagna il ddl C. 2994 in discussione in Parlamento con il piano di assunzioni nel prossimo anno scolastico i docenti di ruolo in servizio saranno circa 750 mila (non comprendono circa 12 mila docenti di IRC).
Oltre a questi 750 mila docenti di ruolo che saliranno in cattedra anche per effetto della Buona Scuola, quanti altri a tempo determinato (supplenti con contratto fino al termine delle attività) si aggiungeranno? Quel 15% scenderà o continuerà a rimanere sostanzialmente confermato? Vediamo meglio.
Oltre ai docenti di ruolo (vecchi e nuovi) vi saranno circa 19 mila docenti di sostegno su posti in deroga. L’incidenza del precariato scenderebbe al 2,5%. Se, però, in attesa di esaurire le GAE della scuola dell’infanzia (23 mila), dovranno essere impiegati nel settore altrettanti insegnanti transitoriamente a tempo determinato, l’incidenza complessiva salirebbe al 5,2%. Comunque, poco o tanto, la precarietà dentro la scuola sarebbe, sarà ridotta ai minimi termini. L’obiettivo della Buona Scuola, superamento del precariato, sembra essere conseguito.
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