La battaglia per la legalità: tocca alla scuola ed alla famiglia decidere come condurla/2

E si giunge al paradosso, come è capitato al Liceo Virgilio, dove un gruppo di genitori – di fronte alla piaga devastante della diffusione degli stupefacenti che ormai attanaglia tantissime scuole italiane – anziché sostenere la scuola da una parte, che si adopera con impegno per prevenire ed informare, e le forze dell’ordine che si attivano per reprimere il reato dello spaccio – hanno gridato allo scandalo, supportando le proteste violente di studenti che considerano inaccettabile l’applicazione di una legge dello Stato all’interno della scuola.

Le Raccomandazioni europee precisano che la “competenza” si compone di due condizioni fondamentali: l’autonomia e la responsabilità, coordinate che si pongono in relazione l’una con l’altra. Non vi è autonomia senza assunzione si responsabilità. Ai nostri giovani, che giustamente anelano ad un proprio spazio di espressione e di pensiero, la Scuola e la Famiglia devono garantire condizioni di movimento (in senso figurato), di relazione e di costruzione, ma devono anche saper trasmettere il concetto della responsabilità individuale. Rispettare consegne, osservare regole di convivenza e di rispetto, tutelare e aiutare i più deboli, accogliere la diversità, interiorizzare il concetto di pluralità, tutto questo rientra nell’educazione alla cittadinanza e alla legalità.

Emerge fortemente l’impressione che nella corsa confusa verso un processo di democrazia partecipata – in cui la condivisione dei processi si mescola all’uso indiscriminato dei social network, alla contestazione della legge, alla dilazione e all’antagonismo come modello di libertà –  si sia perso di vista il valore dello Stato e il senso delle regole. La scuola è – come si è ricordato in questi giorni rispetto al caso del Virgilio di Roma – un presidio dello Stato. Contestarne il ruolo e la relazione di tutela con le leggi dello Stato è un gioco molto pericoloso.  Una brutta prospettiva per i giovani che affollano le aule ai quali dovremmo offrire, per il loro futuro, una qualche fiduciosa e lieta speranza. Ne hanno davvero diritto!