Ius Scholae, il mondo della scuola è a favore della riforma: tra studenti, docenti e genitori il 60% la approverebbe a occhi chiusi

Il mondo della scuola sembra (quasi) compatto: lo Ius Scholae può essere la soluzione per integrare le ragazze e i ragazzi nati nel nostro Paese da genitori stranieri, fornendo loro la cittadinanza italiana prima del compimento dei 18 anni. Sia che si tratti di “colleghi” degli oltre 900mila alunni che attualmente frequentano le nostre classi – e che rappresentano più del 10% degli iscritti totali – sia che si tratti di adulti che vivono a stretto contatto col mondo dell’istruzione, circa 8 su 10 appoggiano la riforma. A dirlo è un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net che ha coinvolto 750 utenti – tra studenti, docenti e genitori – proprio nei giorni in cui si è riacceso il dibattito sul tema.

L’idea di legare il riconoscimento della cittadinanza alla conclusione di un determinato ciclo di studi – presumibilmente la terza media – per quei giovani nati qui o giunti in Italia prima del compimento del dodicesimo anno d’età, dunque, convince. E parecchio. Visto che la fetta più consistente di intervistati – il 62%, tra i giovani come tra i più grandi – si schiera senza dubbi a favore della riforma.

Una quota nettamente inferiore – il 23% tra gli studenti, il 13% tra genitori e insegnanti – pur essendo tendenzialmente dalla parte dello Ius Scholae, prima di sbilanciarsi in modo definitivo, vorrebbe conoscere i dettagli della proposta finale, come ad esempio che tipo di formazione o quanti anni di scuola verrebbero richiesti per concedere la cittadinanza.

Resta però il fatto che solo una minoranza si oppone al cambiamento dell’attuale legislazione, che come detto prevede l’accesso alla cittadinanza solo con la maggiore età. Contro l’introduzione dello Ius Scholae si schiera appena il 15% degli studenti. Qualcosa in più (26%) tra i genitori e docenti persi nel loro complesso.

Sappiamo che la questione migratoria ha proporzioni diverse sul territorio nazionale, con il Nord “campione di accoglienza” in termini di presenze di alunni di origine non italiana a scuola. Eppure dal sondaggio non emergono grandi differenze su scala nazionale: ovunque la maggioranza applaudirebbe il varo del provvedimento. Con un picco nelle regioni del Sud, dove il 68% degli intervistati ritiene assolutamente giusto un cambiamento del genere e un altro 16% lo avalla con riserva. Mentre al Nord e al Centro ad appoggiare a occhi chiusi la riforma è, in entrambi i casi, circa il 60% (un ulteriore 20% potrebbe unirsi a loro dopo aver approfondito la questione).

Ius Scholae che, peraltro, piace ai sostenitori anche di più della sua principale alternativa: lo Ius Soli, che invece concederebbe la cittadinanza a tutti quelli che nascono sul territorio italiano, indipendentemente dal “passaporto” dei propri genitori. Immaginando, infatti, un ballottaggio tra le due ipotesi, il 40% opterebbe per lo Ius Scholae e solo il 26% per lo Ius Soli. Al restante terzo (34%), invece, vanno bene entrambe le soluzioni, basta che si risolva il problema.

© RIPRODUZIONE RISERVATA