ITS, Aprea (FI): ‘Serve cambio passo, Draghi ha chiara urgenza’

“L’Italia, è risaputo, soffre il gap tra ciò che si studia e ciò che serve al mondo produttivo. Evidenza sottolineata anche oggi in un interessante articolo sul ‘Corriere della Sera’. Siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa, ma 7 giovani su 10 delle scuole superiori non lo sanno e non scelgono dopo il diploma un percorso Its che in due anni garantisce una formazione sul lavoro di alta qualità e che in 8 casi su 10 permette di entrare stabilmente in un mercato sempre più competitivo”. Lo afferma in una nota Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro.

“Serve, dunque – spiega -, un cambio di passo, e il presidente del Consiglio Draghi, nel suo discorso programmatico alle Camere, ha dimostrato di aver ben chiara questa urgenza. Occorre approvare al più preso la proposta di legge di Forza Italia (n.544 Gelmini/APREA) sulla Riorganizzazione dell’Istruzione Tecnica Superiore. Servono investimenti: i territori ad alta vocazione industriale devono attrezzarsi per rispondere alla domanda di professionalità proveniente dal mercato del lavoro prevedendo almeno 100 Centri Tecnologici Avanzati”.

“È questa la direzione da seguire – prosegue Aprea -. L’occupazione dei ragazzi formati negli ITS negli ultimi anni si attesta sempre intorno all’80% dei diplomati, proprio perché rispondono ad un bisogno reale delle imprese cogliendo le tendenze lavorative. Alle Smart Academy può essere affidata anche la finalità, ad esempio, di formare le nuove figure dei settori più avanzati come i big data o quella parte della filiera sanitaria che prevede le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Il percorso, infine, potrebbe proseguire anche con il conseguimento di Lauree Professionalizzanti (di durata triennale) e Lauree Magistrali e Dottorati di Ricerca”. “Queste alcune delle proposte di Forza Italia. Toccherà alla maggioranza e all’esecutivo trovare la giusta sintesi per avviare quella svolta che il Paese ci chiede”, conclude