Invalsi: al Sud 1 ragazzo su 3 non ha competenze per comprendere un testo. La doppia faccia della dispersione

Lo avevano già rivelato i risultati delle ultime prove Invalsi 2019, ora lo stesso Istituto lo ribadisce: la dispersione scolastica ha due facce. La prima è quella esplicita, relativa agli alunni che si perdono e che non riescono a raggiungere il diploma. La seconda, quella di cui si parla meno, l’implicita, che invece descrive gli studenti che arrivano sì al diploma, ma senza aver raggiunto i traguardi minimi di competenze previsti per il loro percorso di studio. In Italia questi studenti, nel 2019, sono stati il 7%. Un dato che, se di va a sommare con quello della dispersione esplicita che l’Invalsi dichiara intorno al 14%, supererebbe il 20%. Un giovane ogni 5. È quanto emerge da L’editoriale di Roberto Ricci, responsabile delle prove Invalsi, “La dispersione scolastica implicita”.

Un dato allarmante che, se visto in prospettiva regionale assume proporzioni ancora più preoccupanti. Ancora una volta, sotto questo aspetto, il Paese risulta spaccato in tre parti e solo il Veneto e la provincia autonoma di Trento riescono a mantenere la quota dei dispersi totali al di sotto, o molto vicina al 10% dei giovani, raggiungendo così l’obiettivo posto dall’Unione Europea del 2020. In tutto il resto del Centro – Nord la quota di dispersi oscilla tra il 15 e il 20% per arrivare nel Mezzogiorno a toccare punte di oltre il 37%.

Per esempio, fatta la somma percentuale dei dispersi espliciti ed impliciti, secondo l’Invalsi in Campania si raggiungerebbero tassi di dispersione pari al 31.9%, in Calabria al 33,1%, in Sicilia al 37% e in Sardegna la 37,4%.  In pratica 1 ragazzo su 3 in tra i 18 e i 24 anni in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna non possiede le competenze di base che gli permetterebbero di comprendere un testo ed effettuare semplici calcoli. Per non parlare della lingua inglese o dell’esercizio del diritto di cittadinanza come si intende oggi.