Insegnanti in DaD, l’allarme dei presidi: ‘Mancanza adeguati collegamenti internet sta aggravando possibilità di fare lezione online’

“Dal primo lockdown per Covid ad oggi sono diverse le situazioni di criticità che le istituzioni scolastiche stanno quotidianamente affrontando, per assicurare anche la continuità didattica agli studenti. Tuttavia ogni giorno diventa sempre più complicato garantire almeno alcuni servizi formativi essenziali come ad esempio la presenza dei docenti in classe, dato che alla data attuale ancora non sono state completate le nomine. E’ quanto denuncia all’Adnkronos, Mario Rusconi, presidente ANP-Lazio, evidenziando: “Siamo quasi a metà novembre e sono ancora in corso le nomine dei docenti attraverso le graduatorie provinciali (GPS), ma non si conoscono i tempi di completamento, per cui le scuole non riescono ad avere gli organici definitivi con gli insegnanti incaricati annualmente”.

“I presidi perciò – spiega Rusconi – stanno ricorrendo a nominare i docenti attingendo dalle graduatorie d’istituto anche se molto spesso queste convocazioni stanno andando deserte. Tuttavia nel caso in cui i docenti accettassero la nomina dalla graduatoria d’istituto il loro incarico non supererebbe i 10 giorni, aggravando non solo il lavoro delle segreterie ma soprattutto non riuscendo a garantire continuità didattica agli studenti”.

“In queste situazioni – sottolinea ancora Rusconi – agli studenti, fortemente penalizzati, non si riesce a garantire l’orario completo giornaliero. Il problema rimane irrisolto per tutte le tipologie di scuola e come avviene, ad esempio, per le scuole del primo ciclo (le elementari) i presidi non potendo garantire sia la didattica sia la vigilanza e la sicurezza dei bambini sono costretti a ridurre di alcune ore il tempo scuola. In alcuni casi sono costretti addirittura a chiamare i genitori per anticipare le uscite. Il fenomeno si è notevolmente accentuato a causa dell’emergenza sanitaria”.

Inoltre, aggiunge Rusconi, “questa situazione paradossale e non dipendente certamente dalla volontà dei presidi diventa allucinante quando gli stessi si vedono recapitare dagli uffici amministrativi delle USR richieste di chiarimenti, come sta avvenendo in questi giorni nel Lazio, in cui solerti funzionari chiedono precisazioni circa gli orari ridotti, l’assenza dei docenti, la mancanza di continuità didattica, perché sollecitati da esposti dei genitori. Insomma i dirigenti devono rispondere per situazioni non determinate dalla loro volontà bensì da un meccanismo che le amministrazioni degli uffici scolastici regionali conoscono perfettamente e che loro stessi non riescono a fronteggiare”.

“I problemi del Covid – conclude Rusconi – stanno aggravando ulteriormente le presenze degli insegnanti e degli alunni a scuola, là dove ancora è prevista la didattica in presenza, poiché i presidi in tantissimi casi, ad esempio come avviene nel Lazio, non ricevono adeguate e tempestive risposte o chiarimenti dalle ASL a cui denunciano sospetti casi di contagio da coronavirus. Anche la mancanza di adeguati collegamenti internet sta ulteriormente aggravando la possibilità di fare lezione in modalità digitale”.