Insegnanti europei bocciati dalla Commissione Ue

Per preparare i propri allievi ad una società europea in cui le conoscenze acquisite hanno un peso sempre maggiore, gli insegnanti sono chiamati a trasmettere loro un nuovo ventaglio di competenze, che spesso richiedono nuovi metodi di insegnamento.

Gli insegnanti devono poi confrontarsi sempre più spesso con classi formate da allievi molto diversi tra loro per cultura, lingua materna, livelli di competenze ed esigenze specifiche.

A parere della Commissione Europea insomma, i sistemi di formazione degli insegnanti esistenti negli Stati membri spesso non forniscono loro gli strumenti di cui necessitano:

il perfezionamento o aggiornamento professionale è obbligatorio soltanto in 11 Stati membri; quando esistono, i corsi di perfezionamento professionale hanno generalmente una durata inferiore a 20 ore annue, per un massimo di cinque giorni all’anno; soltanto in metà dei paesi europei i nuovi insegnanti possono contare su un sostegno sistematico (servizi di orientamento, formazione, tutoraggio) durante il primo anno di insegnamento.

Il documento fornisce agli Stati membri una serie di orientamenti di massima a cui le loro iniziative dovrebbero improntarsi: garantire che tutti gli insegnanti posseggano le conoscenze, gli strumenti e le competenze necessari per svolgere il proprio lavoro in modo efficace; assicurare il coordinamento, la coerenza e l’adeguato finanziamento di tutti i provvedimenti riguardanti la formazione e lo sviluppo professionale degli insegnanti; promuovere la diffusione tra gli insegnanti di una cultura della ricerca e della riflessione ; valorizzare lo status professionale degli insegnanti; migliorare la professionalità dell’insegnamento.