Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Indicazioni per il curriculo: fare tesoro del vecchio e accettare le sfide del nuovo

Le nuove Indicazioni per il Curricolo si collocano all’interno del vigente quadro legislativo (Legge 53 del 2003, D.Lvo 59/2004, DPR 275/99) e indicano il percorso educativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, i traguardi da raggiungere al termine dei diversi ordini di scuola e gli obiettivi di apprendimento da conseguire al terzo e al quinto anno della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado. Anche nelle Indicazioni della Moratti venivano indicati i risultati attesi al termine di ogni percorso di scuola. Ancora una volta la metafora del carretto e del percorso (etimologia latina di “curriculum”) veicola emozioni legate all’avventura meravigliosa quanto faticosa della conquista del SAPERE.

Ancora una volta il concetto di “persona” da “educare” (da e-ducere) ci incoraggia e motiva (Socrate) a tirare fuori tutto, dai nostri alunni…perché è tutto li’..che attende. Basta solo fornire loro le condizioni .

D’altronde chi “insegna” ad un fiore a sbocciare e chi ad un uccellino a cinguettare? Nessuno. La natura ha fornito loro tutte le potenzialità e, se solo ci saranno le condizioni ottimali, cio’ accadra’.

Allora rimane solo da stabilire chi spingerà “il carretto” (i protagonisti del SAPERE), come (condizioni – ambiente di apprendimento), cosa metterci dentro (obiettivi formativi ) e fin dove portarlo (traguardi).

Il “SENSO DELL’ESPERIENZA” conferisce al PERCORSO dell’insegnamento/apprendimento piu’ valore e significato di quanto ne possa avere il traguardo.

E’ infatti il percorso del discente, quello in cui, passo dopo passo, egli impara a “capire se stesso, per prendere consapevolezza delle sue potenzialità e risorse, per progettare percorsi esperienziali e verificare gli esiti…” e ancora “..aver cura di se’…”, “riflettere e comprendere la realtà e se stesso”.

Non mancheranno gli indugi, le incertezze, le soste,che acquistano un SENSO in quanto momenti e occasioni di “..sperimentare contesti di relazione dove sviluppare atteggiamenti positivi e realizzare pratiche collaborative.” E “fruizione e produzione della comunicazione”.

Mentre il discente “spinge il suo carretto” alla ricerca della sua identità cosa fa il docente? PROMUOVE, INCORAGGIA, SOLLECITA e ORIENTA… e soprattutto lo aiuta a PROGETTARE la sua vita.

Parola d’ordine : AUTOSTIMA.

Il ministro Fioroni insiste talmente tanto su “..l’aver cura di se'”, “..il proprio corpo è un bene da rispettare e tutelare.”, “prendere consapevolezza delle sue potenzialità e risorse”, “imparare a leggere le proprie emozioni e a gestirle”, “prendersi cura di se'”, da non lasciare spazio a dubbi. Comprendiamo chi viene indicato immediatamente come protagonista indiscusso del curricolo (curricolo che rimanda a carretto) e come punto di partenza del curricolo (curricolo che rimanda a percorso): lo studente e la sua consapevolezza di se’, aiutiamolo a scoprirla e a coltivarla.
E’ lo studente con le sue debolezze, potenzialità, incertezze, paure.. e con la sua UNICITA’ e IRRIPETIBILITA’ a cui occorre dedicare EMPOWERMENT costante e convincente.

Ad una prima lettura le indicazioni di Fioroni potrebbero stupire per questa apparente dicotomia: si sollecitano momenti di riflessione, e si immagina questo curricolo quasi come un viottolo di campagna, dove ci si puo’ fermare a raccogliere fiori, guardare il cielo, indugiare, accorgersi di se stessi e degli altri, socializzare nel rispetto reciproco, come nel mondo di una volta, con ritmi pacati e rilassanti, tuttavia senza perdere di vista i linguaggi da acquisire e gli strumenti (da instrumenta) di cui impadronirsi per “potersela cavare” in questa società complessa che muta con ritmi e tempi vertiginosi con sempre nuove sfide cultural e sociali…(le nuove tecnologie.. i nuovi linguaggi multimediali..)

Non è una dicotomia da superare, a mio avviso, cosi’ come non lo è il binomio “local/ global” del processo insegnamento/apprendimento”: concorrono in egual misura al fine dell’ educazione/istruzione, tanto da lasciarsi fondere in “GLOCAL”.

Solo fornendo questi strumenti che necessitano come bagaglio per poter raffrontarsi e relazionarsi con se stress e con gli altri, potemo assolvere il nostro compito di ISTRUIRE.

Solo fornendo competenze trasversali alle discipline, che altro non sono che finestre sul mondo, diversi punti di vista da cui conoscere la realta’, elaborazioni e l’uso pragmatico delle conoscenze, potremo assolvere al compito di educare, (da “educational”, anglosassone ), che in italiano non ha la connotazione etica di 30 anni fa, ma intende formare la PERSONA equipaggiata, di valori culturali, civili ed esistenziali.
 
Spesso i docenti della primaria, ma ancor di piu’ forse quelli della secondaria finiscono per IDENTIFICARSI con la propria disciplina, trincerarsi categoricamente dietro di essa e difenderla con passione contro EVENTUALI CONTAGI con altre. Oggi le “Indicazioni” offrono opportunità reali di interdisciplinarietà: i campi di esperienza e le aree disciplinari.

Abbiamo assunto un impegno a Lisbona nel 2000 e il traguardo previsto è ormai vicino: occorre accelerare il passo per diventare entro il 2010 la “società della conoscenza e della comunicazione piu’ competitiva del mondo”. Cio’ conferma che l’investimento nel CAPITALE UMANO è quello vincente, in termini di EDUCAZIONE e ISTRUZIONE perseguibili in qualità e quantità.

La quantità è garantita dalla life long learning che accompagna la formazione della persona dalla 1° infanzia all’età senile.

La qualità è tutelata dal sistema formativo integrato che sancisce il patto tra la scuola e le agenzie intenzionalmente educative private e statali.

Il curricolo è un progetto formativo che contiene in se’ i principi di intenzionalità, razionalità, collegialità, dinamicità, verificabilità e pubblicità, che furono sostenuti e promossi per la prima volta nella legge dell’autonomia scolastica.

I principi caratterizzanti del curricolo concorrono a dare un senso e contestualizzare le dinamiche educative sia del soggetto che apprende come apprendere , sia del docente che sperimenta la sua professionalità, sia dell’oggetto di formazione.

E’ un progetto molto ambizioso, trasversale alle discipline che si realizza in continuità dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore , con la “complicità ” della famiglia e di altre agenzie formative esistenti sul territorio. Il documento ministeriale, in prospettiva, delinea unitarietà del percorso formativo , per cui trova il suo punto di forza nell’istituto comprensivo, La logica della costruzione del processo formativo del PRIMO CICLO delinea un CURRICOLO nella prospettiva dell’attenzione alla continuita’ del percorso formativo dai 3 ai 14 anni”.

La metacognizione gioca un ruolo importantissimo nel raggiungimento dell’equilibrio tra il microcosmo di ciascun essere educante e il macrocosmo del mondo attorno a lui. Stimolare i ragazzi a riflettere sistematicamente sul loro processo di apprendimento, per comprendere se stessi e la loro esperienza, i loro stessi processi mentali, fino ad acquisire consapevolezza della propria identità, rimane la “condicio sine qua non” del successo formativo. Il compito dei docenti, oggi piu’ che mai, consiste non tanto nel fornire risposte agli studenti, ma nel suscitare domande.

Infine, parafrasando un discorso di Kennedy, un invito a tutti i docenti: non domandatevi cosa potete fare per i vostri alunni, domandate loro cosa possono fare per se stessi, per la classe e per il mondo.

Solo cosi’ forniremo un SENSO al loro processo di lifelong learning e alla loro stessa esistenza.

Lucia Scuteri

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