
Indicazioni Nazionali per la secondaria, l’ANPE sul progetto Valditara: ‘No a restaurazioni, sì a una nuova alleanza educativa’

L’Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani (ANPE) prende posizione sul recente annuncio del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, relativo alla revisione delle Indicazioni Nazionali per la scuola secondaria. Con un comunicato firmato dalla presidente Maria Angela Grassi e dalla vicepresidente Paola Daniela Virgilio, l’associazione interviene con toni fermi ma propositivi, sottolineando l’importanza di un “progetto forte, partecipato, fondato su una nuova alleanza educativa”.
L’ANPE, storicamente impegnata nella promozione di una scuola “capace di pensare, sentire e trasformare”, accoglie con disponibilità l’intenzione ministeriale di rivedere i curricoli, a partire da una constatazione allarmante: “Il 43% degli italiani in difficoltà nella comprensione di un testo, il 20% dei giovani che ignora chi sia Mazzini – sono ferite aperte nel corpo della società e ci interpellano tutti”.
La risposta dell’associazione è chiara: è finito il tempo delle “analisi isolate”, serve invece “una ricostruzione educativa condivisa”. In questa prospettiva, l’ANPE riconosce il valore del richiamo a contenuti fondamentali come la lingua italiana, la storia, la geografia e la capacità argomentativa, senza disdegnare neppure la proposta di rilancio del latino, “se proposto con metodologia moderna”.
Ma il comunicato non rinuncia a lanciare un monito: “Non si può scrivere il futuro della scuola con l’inchiostro della nostalgia”. Le critiche del Ministro alle cosiddette “derive pedagogiche” vengono ridimensionate con decisione: “Proprio la pedagogia ha fornito – e fornisce tuttora – strumenti fondamentali per comprendere e accompagnare i processi di apprendimento in una società complessa, fluida, interconnessa”.
In questo senso, la richiesta dell’ANPE è inequivocabile: “Ogni vera riforma educativa deve partire dall’ascolto della scienza pedagogica, non dal suo svilimento”.
L’associazione si dice pronta a partecipare al “pubblico dibattito” annunciato da Valditara, ma pone una condizione essenziale: che questo sia “un vero cantiere di democrazia educativa”, dove anche la voce dei pedagogisti sia considerata “risorsa e voce autorevole”.
Il comunicato si chiude con una riflessione che è anche un invito al coraggio collettivo: “Educare è un atto politico e poetico insieme, e ogni scelta che riguarda la scuola è una scelta che definisce il destino del Paese. Oggi è il tempo della responsabilità. Ma se sapremo ascoltarci e costruire insieme, domani sarà il tempo dell’orgoglio”.
L’ANPE si prepara così a dare il proprio contributo alla rifondazione del sistema educativo nazionale, ribadendo con forza che solo da una scuola capace di rigore e di empatia, di regole e di sogni, potrà nascere un’Italia più consapevole, inclusiva e preparata ad affrontare le sfide del futuro.
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