Incostituzionali i concorsi statali interni. E quelli dei dirigenti scolastici?

Desta qualche preoccupazione anche a Viale Trastevere una sentenza della Corte costituzionale (n. 194) che ha bocciato corsi-concorsi al ministero delle Finanze per il passaggio a qualifica superiore. Contro la sentenza che azzera la promozione di 18 mila dipendenti, i sindacati di categoria hanno proclamato sciopero.
La Consulta, ribadendo una propria sentenza analoga (n. 1 del 1999), ha ritenuto illegittimi alcuni commi di una specifica legge di settore, in quanto il passaggio ad un livello superiore comporta “l’accesso ad un nuovo posto di lavoro corrispondente a funzioni più elevate, ed è pertanto soggetto, quale figura di reclutamento, alla regola del pubblico concorso”.
Se si tratta di pubblico concorso va bene riservare posti per i dipendenti di comparto, ma non vi può essere totalità di riserva, altrimenti il concorso riservato diventa concorso interno “non pubblico”.
Ci si chiede ora se vi possono essere rischi di applicazione della sentenza anche per la scuola, visto che al concorso per dirigenti sono ammessi solamente dipendenti appartenenti al comparto.
La preoccupazione non è del tutto infondata, perché su questo aspetto del reclutamento dei dirigenti si è soffermata anche la Corte dei Conti in sede di registrazione del primo contratto della dirigenza scolastica, adombrando perplessità sul fatto che tutti i posti siano riservati ai docenti del comparto.
Sui corsi-concorso per dirigenti scolastici intanto si registra la manifestazione di protesta sindacale per la mancata pubblicazione dei bandi (con contestuale divisione tra gli organizzatori).
C’era l’intenzione di una manifestazione unitaria, ma la proposta di una specifica azione comune avanzata dall’Associazione nazionale presidi ha trovato disponibilità solamente in casa confederale, mentre lo Snals avrebbe voluto una protesta su tutte le questioni aperte nel comparto.
Non se ne è fatto quindi nulla, e ogni sindacato è andato per la propria strada.
L’ANP, il sindacato maggioritario del settore, ha proclamato una manifestazione nazionale di protesta a Roma per il 3 giugno. Immediatamente dopo tale decisione, i sindacati scuola confederali hanno deciso di anticipare al 30 maggio la loro manifestazione.