In arrivo le telecamere in classe?

La scorsa settimana è cominciato in commissione Affari Costituzionali della Camera l’esame della proposta di legge per la videosorveglianza negli asili nido e nelle strutture per anziani e disabili, presentata da Gabriella Giammanco, deputato di Forza Italia e capogruppo di questo partito in Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.

Secondo la parlamentare dopo i recenti, numerosi casi di indicibili crudeltà di cui bimbi, anziani e disabili hanno sofferto, “è doveroso dare risposte concrete alle tante famiglie che oggi ci chiedono uno strumento di tutela per i loro cari. Per questo ho proposto di utilizzare un sistema di telecamere criptate, a circuito chiuso, le cui registrazioni potranno essere visibili solo ed esclusivamente dalle forze dell’ordine, in seguito a regolare denuncia e mediante la combinazione di due codici numerici custoditi separatamente e che permettono di garantire la massima riservatezza delle immagini”.

Non è chiaro però se le telecamere dovrebbero essere installate a tappeto in tutti gli asili e in tutte strutture per anziani e disabili, o soltanto dopo la presentazione di una denuncia. Nel primo caso sorgerebbero, a nostro avviso, non tanto problemi di privacy quanto di forte condizionamento psicologico e comportamentale per gli operatori, che si troverebbero esposti a una sorta di reality show permanente, e al rischio di essere “visionati” frequentamente su richiesta di genitori o parenti apprensivi, anche se la Giammanco assicura che “la tecnologia moderna permette di tutelare i diritti dei lavoratori da qualsiasi eccesso, osservando il principio di proporzionalità e permettendo di trovare il giusto bilanciamento tra interessi legittimi da tutelare”.

Nel secondo caso – telecamere installate solo dopo la denuncia – non ci sarebbe troppa differenza con quanto già accade, salvo per una maggiore riservatezza nel trattamento dei filmati. Ma c’è da dubitare anche di questo, visto l’attuale frenetico attivismo del circuito mediatico-giudiziario.