In arrivo il Servizio Nazionale di Valutazione

Lo schema di decreto legislativo attuativo dell’art. 3 della legge 53 che viene illustrato ai sindacati martedì 17 riguarda l’istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione, che si occuperà non solo del sistema di istruzione ma anche di quello di istruzione e formazione professionale. L’INVALSI (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema di Istruzione) continuerà però a chiamarsi così, anche se dovrebbe più correttamente aggiungere o la F di Formazione, o le lettere FP (Formazione Professionale), visto che si dovrà occupare di entrambi i sistemi.
A tal fine l’INVALSI viene riordinato e potenziato, ma pur disponendo di una più ampia autonomia amministrativa, patrimoniale e finanziaria, resta un ente di ricerca strumentale, soggetto alla vigilanza del Miur e strettamente dipendente dalle sue indicazioni.
Le “priorità strategiche” dell’INVALSI saranno infatti stabilite dal Ministro dell’istruzione, università e ricerca ogni tre anni: mediante una Direttiva per il sistema di istruzione, e attraverso apposite Linee guida, concertate con il Ministro del Lavoro e d’intesa con la Conferenza unificata Stato-Regioni, per il sistema di istruzione e formazione professionale. In entrambi i casi saranno effettuate verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti. Per il solo sistema di istruzione, inoltre, il nuovo INVALSI predisporrà e gestirà, come prevede la legge 53, le prove a carattere nazionale che affiancheranno quelle previste dagli esami conclusivi dei due cicli. A quanto pare, però, la scelta di queste prove spetterà sempre al Ministro, che quindi si assumerà la non lieve responsabilità di stabilirne il livello di difficoltà. Con tutti i rischi e le polemiche ben note ai ministri dell’educazione della Gran Bretagna, sebbene l’autonomia degli organi tecnici (OFSTED per le ispezioni, Board of examiners per gli esami, QCA per i programmi ecc.) sia in quel Paese ben più forte di quella che si prospetta in Italia per l’INVALSI.