
Il precariato irrisolto
Nei due miti greci di Penelope che di giorno tesseva la tela e di notte la disfaceva, e di Sisifo condannato a spingere un masso verso la cima di un monte e a ricominciare da capo dopo che il masso era rotolato a valle, c’è in qualche modo tutta la storia del precariato della scuola italiana.
Quante volte e quanti Governi negli ultimi trent’anni hanno provato a risolvere una volta per tutte l’annoso problema? Poi, trovata una soluzione (doppio canale, graduatorie permanenti, graduatorie ad esaurimento) che sembrava definitiva per cancellare il precariato, questo riappariva subito, più vigoroso e incombente che mai …
Il piano di assunzioni della Buona Scuola prevede, come si sa, lo svuotamento totale delle GAE, ma fuori vi sono decine di migliaia di altri precari che scalpitano e che premono.
L’imperdonabile mancanza di concorsi protratta per oltre un decennio ha contribuito ad ingigantire questo esercito di docenti che ora bussano alla porta della stabilizzazione, sostenuti dai sindacati.
Il comunicato dei sindacati confederali è eloquente in tal senso: “Il Governo dice di voler eliminare il precariato dei docenti, ma la sua proposta, rivolta esclusivamente a chi è nelle GAE, non è risolutiva del problema, in quanto sono moltissimi i precari che insegnano da anni pur non essendovi inclusi. Anche per loro, in base ai principi affermati nella sentenza della CGE (Corte Giustizia Europea), si deve procedere a una stabilizzazione del rapporto di lavoro, con un’assunzione a tempo indeterminato”.
Questa è la richiesta che FLC CGIL, CISL Scuola e UIL scuola hanno avanzato formalmente al Governo. Una richiesta che, se accolta, aprirebbe il ruolo forse ad alcune decine di migliaia di altri precari, oltre ai 148 mila previsti dalla Buona Scuola, portando la spesa dai previsti 3 miliardi a 4 o forse più.
Per sostenere questa richiesta i sindacati hanno organizzato un sit-in davanti al Ministero dell’istruzione a Roma per martedì 17 febbraio.
Il Governo è ora di fronte a un bivio per l’assunzione dei docenti: voltare pagina e imboccare la strada ordinaria ed esclusiva dei concorsi come affermato dalla Buona Scuola oppure aprirsi alle richieste sindacali e tornare ai miti di Sisifo e Penelope? Senza considerare che c’è ancora di mezzo l’applicazione della sentenza della Corte di Giustizia europea.
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