Il no vax è una battaglia di libertà? La posizione della Cisl scuola

Il dibattito sui no-vax e sui no-green pass registra anche una interessante riflessione espressa da Maddalena Gissi, segretaria nazionale della Cisl-scuola nell’editoriale dedicato all’apertura del nuovo anno scolastico. Dopo le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al meeting di Rimini e quelle di Papa Francesco sulla responsabilità personale di fronte alla vaccinazione, questa presa di posizione della Gissi merita più di un’attenzione.

Per Gissi, non si può definire “battaglia di libertà” quella di chi si oppone alla vaccinazione rivendicando al riguardo un proprio diritto soggettivo e assoluto di scelta (che in realtà lo stesso art. 32 della Costituzione non riconosce come tale), non esitando a paragonare le regole stabilite per legge, e le sanzioni in caso di inosservanza, ai provvedimenti liberticidi del ventennio.

Che poi nel sostenere queste tesi ci si ritrovi in piazza – sostiene la segretaria Cisl scuola -, in nome dell’antifascismo, a fianco di chi professa un’esplicita nostalgia del fascismo e del nazismo aggiunge al quadro un tocco di paradossalità.

Secondo la sindacalista, si ha talvolta l’impressione che manchi una lucida consapevolezza del contesto in cui da quasi due anni ci si sta muovendo, con un’emergenza di dimensioni planetarie costata ad oggi milioni di morti e dal tremendo impatto sulle condizioni generali di vita, nell’immediato e in prospettiva. Arrestare il contagio, sconfiggere il virus, evitare che al disastro sanitario segua quello economico e sociale: questa la vera battaglia alla quale tutti dovremmo sentirci in dovere di contribuire.

Non c’è dunque da aggiungere proprio nulla alle parole che su questo hanno speso di recente il Presidente della Repubblica (a proposito di libertà e di responsabilità personale e collettiva) e papa Francesco (a proposito di amore per il prossimo): c’è solo da ascoltarle e farle proprie.

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