Il lato umano della scuola

*CEO di Junior Achievement

 La prolungata chiusura della scuola accresce le disuguaglianze e questo non fa altro che aumentare quel divario in termini di cultura digitale già più volte evidenziato dai dati rilevati a livello europeo (l’Italia si attesta al quart’ultimo posto rispetto agli altri paesi del vecchio continente, fonte DESI 2020). E se da un lato gli studenti manifestano un disagio psicologico, dall’altro anche gli insegnanti sono stati duramente colpiti da un’improvvisa e repentina modalità di insegnamento. Modalità d’insegnamento che, come ci dimostra l’attualità, sta contribuendo a intensificare non solo la dispersione digitale ma anche un analfabetismo funzionale già ampiamente diffuso tra i giovani studenti italiani (risultati OCSE PISA). È chiaro quindi che sulla base di queste premesse unite a una didattica a distanza che prosegue, la situazione di insoddisfazione e di continua difficoltà era prevedibile. Quello cui stiamo assistendo ora è una manifestazione di resilienza quasi inaspettata da parte dei ragazzi che riscoprono il diritto alla scuola non più quindi solo un dovere.

Quello che serve in questo momento alla scuola, insegnati e alunni, è una didattica innovativa che integri e completi i contenuti scolastici tradizionali, che superino il limite della tradizionale lezione frontale incentivando la partecipazione diretta degli studenti. Inoltre, è necessario investire molto non solo in termini di infrastrutture ma anche e soprattutto sulla formazione dei docenti poiché è importante fornire loro gli strumenti necessari a utilizzare al meglio le tecnologie già disponibili a sostegno di qualsiasi forma di pedagogia. Il supporto deve arrivare non solo dal ministero ma anche dalle società private che possono affiancare la scuola con azioni tangibili. La tecnologia, soprattutto in un momento simile, rende possibile la vicinanza virtuale, permettendo alla scuola di mantenere le lezioni. La tecnologia può dare maggiori frutti se docenti e scuola hanno una formazione che consenta loro di utilizzarla con la maggiore efficacia possibile.

Una recente ricerca condotta da una delle più grandi associazioni non-profit dedicata all’educazione finanziaria Junior Achievement ha dimostrato che più di un terzo degli insegnanti coinvolti (di 13 paesi europei) ritiene che la pandemia possa rappresentare un’opportunità per essere coinvolti nel cambiamento applicando a scuola un metodo d’insegnamento diverso. Il corpo docente che da sempre ha implementato un approccio apprenditivo di tipo imprenditoriale dimostra un atteggiamento più positivo nei confronti del cambiamento e propone una struttura pedagogica diversa, interattiva e innovativa: una didattica integrata. L’esperienza condotta in classe si unisce a quella digitale aumentando così anche il livello di attenzione da parte dei giovani studenti sfruttando appieno le potenzialità della tecnologia e riducendo, paradossalmente, le distanze. Nel nostro Paese ne abbiamo un esempio tangibile, si tratta del prof. Carlo Mazzone l’unico professore italiano selezionato tra i 10 finalisti del prestigioso Global Teacher Prize (premio annuale da 1 milione di dollari promosso della Varkey Foundation che viene assegnato ad un insegnante che ha dato un contributo eccezionale alla professione) e non era mai successo prima che un connazionale entrasse in questa rosa. Il prof. Mazzone è la dimostrazione che la didattica debba basarsi su quanto viene richiesto nel mondo reale e deve essere trasformata in passione e per usare le sue parole “studiare, soprattutto ciò che più ci piace, è un’avventura fantastica”. Solo attraverso una solida cultura possiamo far crescere i singoli e le comunità intere.