Il futuro della scuola: non sprecare l’occasione delle ‘larghe intese’

L’attuale governo si regge, si sa, su un equilibrio precario, dovendo mantenere la fiducia di forze politiche come il Pd e il Pdl, che durante la campagna elettorale si erano presentate come alternative l’una all’altra.

Tuttavia non solo l’esito delle elezioni è stato tale da impedire la formazione di una maggioranza omogenea, ma una serie di circostanze, e l’autoesclusione del Movimento 5 Stelle dal negoziato politico, hanno indotto il rieletto presidente Napolitano a dare continuità all’operazione già avviata con la nascita del governo Monti: quella di fare appello alle due più importanti formazioni politiche, Pd e Pdl, perché diano il loro sostegno a un governo impegnato, in primo luogo, a far uscire il Paese dalla crisi economica e occupazionale, e in secondo luogo a (tentare di) definire e condividere alcuni obiettivi e regole per migliorare il funzionamento delle nostre istituzioni: la crisi attraversata dal nostro Paese è così grave da poter essere affrontata solo in uno spirito di collaborazione e di maggiore coesione nazionale.

La stessa considerazione si potrebbe fare, a nostro avviso, anche con riferimento alla politica scolastica. Ecco perché.