
Il famigerato libro di testo…
Sul quanto mai attuale tema dei libri di testo, ci ha scritto il lettore Nicola Boldini, il cui intervento, che dà voce agli editori, volentieri ospitiamo. Invitiamo gli altri lettori a dare i loro contributi e testimonianze sul tema, scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
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Come al solito da circa 30 anni inizierà per due settimane la triste polemica sul caro prezzi dei libri di testo.
Le associazioni dei consumatori stanno facendo pubblicare tabelle con stime di aumento attorno al 30%!
Parliamo di stime, poiché i prezzi reali sono depositati dagli Editori a gennaio…. E la gente si spaventa, terrorizzata all’idea di dover spendere al ritorno dalle vacanze ulteriori denari,questa volta obbligatori per l’istruzione dei propri figli.
A conforto delle famiglie italiane il Ministero della Pubblica Istruzione, con una nota che voi pubblicate assicura che le novità introdotte porteranno un risparmio del 30% sull’acquisto dei volumi - dice di non preoccuparsi perché fra le novità segnalate si indica l’introduzione del tetto di spesa ma, non dice che fra le altre cose è già in vigore da molti anni nella secondaria di primo grado.
Se esiste un tetto di spesa, ed è bloccato da molto tempo, come si può pensare che tutti gli anni questa stessa spesa d’acquisto aumenti a dismisura? Se la recente legge rende i dirigenti responsabili degli eventuali sforamenti, come si può pensare che loro stessi autorizzino una violazione della legge? Il messaggio che viene recepito, ad ogni modo è chiaro ed inequivocabile: il libro è uno strumento obbligatorio ma non indispensabile, spesso se ne può fare a meno ed è meglio cercarlo in un mercatino dell’usato o reperirlo attraverso fonti che assicurino un risparmio ma, non compratelo nuovo in libreria, costa troppo ed a breve si potrà scaricare da Internet!
Ma chi pagherà i costi dei toner,della carta ,delle stampanti e dei copyright…. Una soluzione giusta per incentivare l’economia editoriale che di buona salute proprio non gode!! E dire che in questi giorni sono tutti felici perché un’altra economia,quella del turismo,sta mostrando dati euforici grazie alla spesa dei vacanzieri italiani. Ed il Governo applaude il popolo che sta ricominciando a spendere!
Allora tutti ci chiediamo: perché non rendono detraibile la spesa per l’istruzione che sarebbe l’unico fatto tangibile per un eventuale risparmio? Perché, a differenza della nuova amministrazione americana, non si investono denari nel comparto istruzione? Perché non si cerca di valorizzare uno strumento fondamentale per l’apprendimento e la crescita culturale di ognuno dei nostri ragazzi ed indispensabile attrezzo quotidiano per il lavoro dei nostri insegnanti ? Di vero c’è che il mercato dell’editoria scolastica italiana non raggiunge i 700 milioni di euro ed è il fatturato di una piccola media azienda: come può interessare a qualcuno se prima o poi scomparirà?
Questa è l’era dei nativi digitali ed è giusto che l’Internet interagisca con noi ma chissà se un giorno salterà la corrente…
Nicola Boldini
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