Il dirigente è mobile, anche se non vuole

Ministero dell’Istruzione e sindacati scuola (Anp, Cgil, Cisl, Uil e Snals) hanno firmato il 26 marzo l’intesa sulla mobilità dei dirigenti scolastici.
Con la dirigenza è finita l’inamovibilità dei capi d’istituto, che, non avendo più la titolarità di sede, per la prima volta non potranno più esercitare il diritto al trasferimento; da dirigenti sono infatti preposti ad una istituzione mediante incarico del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Potrà esserci mobilità libera anche contro il loro gradimento.
In prima applicazione però non sarà così. Per quest’anno i dirigenti rimarranno sulle attuali sedi di servizio (non con titolarità ma con incarico) e potranno comunque richiedere di essere preposti ad incarico per altra sede vacante, esprimendo preferenze e gradimenti.
Il dirigente che ottiene il mutamento di incarico non potrà avanzare ulteriori richieste per tre anni, salvo casi eccezionali giustificati da gravi situazioni.
I dirigenti potranno anche richiedere mobilità professionale (cioè passaggio da un settore formativo ad un altro) con obbligo di frequenza di appositi moduli formativi con esame finale. Per esigenze di servizio comunque il direttore generale potrà assegnare il dirigente ad altra sede secondo valutazioni discrezionali.