Il decalogo della cgil-scuola per gli organici del personale scolastico

Dopo il primo incontro tra sindacati e ministero di lunedì scorso per trattare la norma di finanziaria che prevede l’innalzamento del rapporto di alunni per classe, la flcgil ha sintetizzato in questo decalogo la posizione sindacale espressa nell’incontro:
– Non è accettabile che si continui la gestione degli organici del personale nella scuola pubblica, trattati ancora e solo con la vecchia idea di “spreco” da ridurre e tagliare;
– gli interventi previsti dalla Legge finanziaria, che hanno comunque attinenza e contiguità con il tema degli organici, andrebbero affrontati in un orizzonte normativo coordinato e coerente;
– non è più riproponibile la logica dei tetti regionali che tanti danni, tante distorsioni e tante disparità territoriali ha prodotto in questi anni, come metodo per gestire gli organici. Soprattutto a fronte di un incremento del numero degli alunni a cui non solo non si può rispondere con meno posti, ma nemmeno con le stesse quantità dell’anno in corso;
– non è accettabile che i tetti regionali continuino a determinare regole distributive diseguali nell’applicazione di norme definite razionalmente;
– non è accettabile che si continui a tagliare in organico di diritto per poi dilatare l’organico di fatto in presenza di oggettive esigenze note sin da ora. In questo modo si è prodotto in questi anni un danno non solo sulla stabilità e qualità del servizio, ma anche moltiplicando a dismisura il fenomeno del precariato, piuttosto che ridurlo. E per giunta senza effetti reali sulla riduzione di spesa;
– occorre quindi analizzare l’organico di fatto in vigore e partire da quello per rilevare le esigenze di funzionalità finora emerse, nonché quelle ancora inevase;
– non è pensabile alcuna modifica dei tetti massimi nel numero degli alunni per classe, a maggior ragione se in presenza di alunni diversamente abili ed in alcuni ordini di scuola secondaria in cui si dovrà tra l’altro proseguire con l’obbligo innalzato;
– non è neanche pensabile la soppressione delle tante classi uniche, ancorché con numero ridotto di alunni, nei tantissimi piccoli comuni e paesi che caratterizzano gran parte del nostro territorio nazionale;
– che non può essere ridotto il livello attuale di posti di sostegno per l’assistenza agli alunni diversamente abili;
– infine che non è pensabile nemmeno una ulteriore riduzione dei posti ATA già ora assolutamente insufficienti a garantire il servizio.