Il concorsone tra regole, Tar e destabilizzazione

Nuovo scossone per il concorso a cattedra degli insegnanti. Il Tar del Lazio ha giudicato infatti ammissibili con riserva coloro che sono stati esclusi dalla preselezione con un punteggio da 30 a 34,5 punti sui 50 massimi, giudicato troppo basso da chi sta opponendo ricorso guidato dal sindacato Anief che ha ottenuto ragione per la prima delle sue assistite. Il 7 febbraio è prevista l’udienza per altri 5.000 candidati. Le prove scritte del concorso che fanno seguito alla preselezione sono in calendario dall’11 al 21 febbraio.

Ancora una volta la giustizia ha sanato una evidente condizione di illegittimità che aveva escluso dalle selezioni candidati che ora possono dimostrare il loro merito“, dichiara il presidente Anief, Marcello Pacifico. “Questo è il secondo dei ricorsi annunciati a settembre all’indomani della pubblicazione del bando di concorso che il sindacato vince“.

Se anche gli altri 7mila dovessero ottenere il benestare dei giudici per partecipare (anche se con riserva) agli scritti. Per il ministero si porrebbe ovviamente “una questione logistica importante – spiegano dall’Anief all’agenzia di stampa Dire – se gli altri ricorrenti avranno il via libera del Tar serviranno locali idonei, maggiore sorveglianza e quindi più commissari“.

Si tratta senza dubbio di un successo per l’agguerrita associazione guidata da Pacifico, che ha fatto del ricorso una delle armi preferite della propria azione sindacale, anche se – si rimarca ulteriormente – l’ammissione  avviene con riserva.

Forte dell’esito favorevole, l’Anief ha riaperto fino al 30 gennaio i termini per aderire al ricorso, il cui esito è atteso per il 7 febbraio da altri 5.000 ricorrenti.

La sentenza giunge subito dopo la pubblicazione da parte del Miur delle sedi delle prove scritte, e un nuovo giudizio favorevole ai ricorrenti potrebbe stravolgere la logistica dei concorsi, con un esito fortemente destabilizzante.

Nei forum dedicati al concorso per diventare docente, il “sentire” comune nei confronti di questa azione dell’Anief è fortemente critico: ci si scaglia in maniera pressoché unanime contro il malcostume di non accettare le regole delle selezioni cui si partecipa, minando la credibilità di tutto il sistema.

Ma non è escluso che uno degli obiettivi di queste azioni giudiziarie sia proprio questo, minare la credibilità di tutto il sistema, con l’intento di mandare all’aria tutta la procedura concorsuale, e favorire gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento.