Il CNPI, il parlamentino che sopravvive a se stesso

Lo chiamano il parlamentino della scuola, forse perché è l’organo collegiale elettivo di massima rappresentanza scolastica. Esprime pareri al ministro sulle più importanti problematiche dell’istruzione, ma non è una specie di consiglio della corona, visto come i suoi pronunciamenti siano frutto di autonoma valutazione e spesso critici verso l’Amministrazione scolastica.

Rieletto l’ultima volta nel 1996, avrebbe dovuto sparire da tempo per lasciare posto ad un nuovo organismo collegiale previsto nel 1999 dal decreto legislativo 233/99 voluto dal ministro Berlinguer. Quel decreto legislativo è rimasto inapplicato e da allora il CNPI funziona in prorogatio senza che vi sia prospettiva di un suo rinnovo.

Sono passati quattordici anni dalle ultime elezioni e, visto che non ve ne saranno altre per il rinnovo, i suoi componenti rimarranno in carica fino all’esaurimento (pensionamento).

Erano 74 all’inizio i membri del CNPI e si sono ridotti di circa la metà, perché nel frattempo diverse liste si sono esaurite e non vi sono altre disponibilità per le surroghe.

Se a metà degli anni ’90 quei membri del Cnpi, eletti da centinaia di migliaia di elettori (docenti e personale direttivo), erano l’espressione diretta del mondo della scuola, difficilmente si può ritenere che lo siano tuttora (nel senso squisitamente democratico del termine).

Ma il parlamentino eletto nel 1996, che ha visto succedersi un ministro dopo l’altro (la Gelmini è il quinto della serie) e che non ha voluto darsi allora una presidenza stabile, preferendo una alternanza in vista della sua (allora) imminente soppressione, continua, comunque, a sfidare il tempo deliberando pareri “in nome del popolo della scuola”. Pareri a tempo indeterminato e, vista la crescente speranza di vita, ad libitum.