IA e Scuola: una nuova era per l’Educazione

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una presenza costante, un’intelligenza “non umana” che sfida il nostro antropocentrismo e trasforma il concetto stesso di intelligenza. Non è un semplice strumento, ma un interlocutore e persino un “maestro silenzioso”. Siamo di fronte a un mutamento antropologico profondo, molto più impattante e rapido di quanto fu l’avvento di internet. La scuola non può più ignorarlo. Eppure, in Italia, l’approccio ministeriale è estremamente prudente, il MIM ha autorizzato solo 15 classi su 360.000 (0,004%) a sperimentare, in modo vago e limitato, l’uso dell’IA nella didattica. Intanto, molti docenti vanno burnout sentendosi inutili perché i compiti scritti per casa sono molto spesso svolti da Chat GPT e gli studenti della secondaria preferiscono le IA ai manuali tradizionali per studiare in modo più efficace e personalizzato.

Oltre il monopolio biologico dell’Intelligenza

Per millenni abbiamo creduto che l’intelligenza fosse solo umana. Oggi le IA risolvono problemi complessi, generano testi e apprendono dagli errori. Questa perdita di monopolio ci ha spiazzati. Le IA sono eccellenti tutor linguistici: pazienti, sempre disponibili ed economici, tanto che molti le scelgono al posto dei docenti di lingua straniera. Se l’intelligenza è capacità di apprendere, adattarsi e risolvere problemi, le IA meritano il titolo, superando la nostra limitata definizione.

L’IA come soggetto educativo e l’esempio del passato

L’IA deve diventare un “soggetto educativo” che stimoli pensiero critico e creatività. Come i libri, che in passato venivano criticati da Socrate per i loro limiti (es. non rispondevano alle domande) , l’IA supera queste obiezioni, permettendo un dialogo infinito. Esempi come i chatbot etici in Corea del Sud e Duolingo, con 700 milioni di utenti e in espansione a tutte le discipline, dimostrano il
successo dell’IA nell’educazione. Le IA non sostituiscono il maestro, ma lo amplificano, sintetizzando milioni di esperienze diverse e offrendo una pluralità di sguardi.

IA: Supporto Relazionale e Valutativo Senza Giudizio

In un contesto educativo, l’IA può essere uno specchio non giudicante e un ascolto attivo, specialmente per gli studenti fragili. Può aiutare a capire sentimenti e bisogni, propri e altrui, e fornire esempi di linguaggio e comportamento. Replika è stata usata da studenti introversi per esercitare l’espressione di sé. Brisk Teaching può anche correggere compiti e fornire feedback formativi chiari e precisi in pochi secondi, favorendo l’autorevisione, una delle forme più produttive di apprendimento. Queste applicazioni forniscono feedback imparziali e ricchi di consigli, cosa che raramente un insegnante ha il tempo di dettagliare quando corregge un elaborato.

Superare l’Antropocentrismo e Ridefinire l’Etica

L’antropocentrismo in educazione rischia di educare all’autoreferenzialità. Un’educazione contemporanea deve includere anche ciò che non è umano, se questa intelligenza rappresenta un punto di riferimento universalmente accettato, ubiquitario e sostenibile. Le IA, seppur prive di emozioni, possono aiutare a valutare dilemmi etici con distacco, offrendo una “mappa chiara delle conseguenze logiche ed etiche”. Sebbene non provino empatia, le loro risposte sono spesso sorprendentemente empatiche, basate sull’elaborazione di milioni di esempi umani. Le IA ci obbligano a fondare i nostri valori anche su criteri razionali, educando a un’etica più consapevole.

Promuovere Autonomia e Apprendimento Continuo

Le IA rendono più efficiente l’acquisizione di competenze e promuovono l’apprendimento continuo e distribuito. Consentono anche ai paesi meno sviluppati di accedere a livelli più alti di competenze. L’IA stimola domande profonde e apre a nuovi interrogativi, trasformando l’apprendimento in un dialogo continuo. Le scuole potrebbero attivare corsi su nuove discipline (come la psicologia, la cosmologia, la finanza), anche senza docenti esperti, con insegnanti-facilitatori che gestiscono i gruppi. L’IA può aiutare i ragazzi a scegliere tra alternative di valore, proponendo opzioni mai considerate e simulando conseguenze.

Democratizzazione Universale del Sapere

L’IA democratizza l’accesso al sapere, superando barriere linguistiche, geografiche e di disabilità. Strumenti come tutor virtuali e traduttori in tempo reale rendono l’apprendimento personalizzato e inclusivo. Un Chromebook da 250 euro con accesso a piattaforme IA può sostituire 2.000 euro di manuali scolastici, dagli 8 ai 18 anni, offrendo anche videolezioni e corsi online gratuiti. L’IA rende accessibile l’istruzione più elevata nel mondo anche a chi non se lo può permettere. Il problema dell’accesso è solo politico, non economico.

La Scuola del Futuro: Imparare a Imparare con l’IA

Gli studenti di oggi dovranno collaborare con le IA nel mondo del lavoro. La capacità di “imparare a imparare” è fondamentale e ora facilmente acquisibile anche con uno smartphone. L’IA non è un dispensatore di risposte, ma un catalizzatore di intelligenza e creatività, una sfida continua a pensare oltre. È essenziale, quindi, tolto il cellulare, dotare ogni alunno di un notebook connesso a un’IA , formare gli insegnanti al suo uso quotidiano e rimborsare l’acquisto di software educativi basati sull’IA. Resistere al cambiamento significa perpetuare un’illusione di centralità ormai infranta dall’era dell’intelligenza artificiale, come già accaduto con le rivoluzioni di Galileo e Darwin. Attendere ancora significa pagare domani un prezzo molto più alto in termini di disoccupazione e perdita di competitività. Aspettare che i nostri alunni abbiano 19 anni potrebbe essere per loro troppo tardi.

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