I sissini, precari di lusso, ma chi l’ha deciso?

L’imminente scadenza (21 marzo) per la presentazione delle domande di aggiornamento delle graduatorie permanenti per il ruolo nella scuola ha acceso nuovamente le polveri della protesta.
L’annuncio di azioni legali di massa – ripreso dalla stampa nazionale – viene dal sindacato autonomo Gilda, che tuona contro il trattamento di favore riservato ai docenti usciti dalle scuole biennali di specializzazione per la secondaria (Ssis), i quali possono beneficiare sia dell’inclusione in fascia alta alla pari di colleghi precari “storici”, sia di un punteggio aggiuntivo di 30 punti.
Secondo la Gilda si tratta di un “tentativo strisciante di anticipare il progetto di riforma dei cicli che chiude le porte della scuola ai precari attraverso il taglio degli organici e la supervalutazione di titoli che potranno essere conseguiti solo dai giovani laureati”. Su quest’ultimo punto abbiamo dei dubbi. Spieghiamo perché.
Per prima cosa, l’equiparazione dell’esame finale sostenuto dai “sissini” al termine della Scuola di specializzazione a qualsiasi concorso o abilitazione superato dagli insegnanti precari (con conseguente collocazione in fascia alta di graduatoria) è frutto della legge 306/2000, voluta dal ministro Tullio De Mauro.
Inoltre, la “regalia” dei 30 punti non viene dall’attuale ministro Moratti, ma, in forza sempre della legge 306/2000, è stato deciso dal decreto interministeriale n. 268 del 4 giugno 2001, targato anch’esso De Mauro.
Il decreto Moratti sull’aggiornamento delle graduatorie permanenti ha quindi soltanto replicato quanto già deciso dal precedente ministro.
All’attuale ministro, tutt’al più si poteva chiedere di modificarlo.