I Comuni non pagheranno i libri di inglese

Dopo le dichiarazioni del presidente nazionale dell’Associazione dei Comuni italiani che nei giorni scorsi aveva escluso categoricamente la disponibilità dei Comuni ad accollarsi l’onere dei libri di inglese per le prime e seconde classi della scuola primaria, l’Anci con una nota ufficiale del 2 settembre ha affermato chiaramente che “Da una parte nessun nuovo onere, neppure per i libri di testo, può essere messo in capo ai comuni, in conseguenza della riforma, se non accompagnato dalla norma che stanzia adeguati finanziamenti“.

La questione dei costi aggiuntivi dei libri di testo era sorta in seguito all’interrogativo, raccolto da Tuttoscuola, su chi debba far fronte (famiglie o Comuni) ai costi dei libri di inglese da impiegare per i nuovi insegnamenti introdotti nelle prime due classi della scuola primaria a seguito del progetto di innovazione varato dal ministero dell’istruzione con decreto n. 61 del 22 luglio scorso.

A proposito dei costi dei libri di testo di inglese – che dovrebbe aggirarsi sugli 8-9 euro per alunno anziché sul milione di euro per i bilanci dei Comuni – l’Anci esprime anche una considerazione critica, affermando che “… inoltre alla luce delle recenti modifiche del Titolo V della Costituzione, un regolamento ministeriale che impone condizioni ai comuni ed alle famiglie per l’acquisto dei libri di testo per le scuole, visti gli oneri che comporta, sembra all’Anci per quanto detto, privo di motivazione e non legittimato, oltre che causa di un grave e generale disagio“.

Vi è da dire, quasi in risposta a questa ultima considerazione, che il Miur, con circolare n. 69 del 29 agosto, sembra implicitamente escludere l’impiego vero e propri di libri di testo per l’inglese, suggerendo che “l’alfabetizzazione della lingua inglese configura un ambiente di apprendimento prima che un oggetto di studio…. è importante utilizzare la lingua inglese anche all’interno di altre attività disciplinari….”. La circolare suggerisce di incentrare l’alfabetizzazione sulla comunicazione (ascoltare e parlare) e privilegiando “l’oralità”. I libri di testo potrebbe quindi non essere indispensabili.