Hanno abrogato il CNPI e nessuno se n’è accorto?

Riceviamo dal nostro lettore Gian Carlo Sacchi, che ringraziamo, una interessante riflessione sulla condizione attuale e sul destino del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. Invitiamo i lettori che vogliono intervenire su questo argomento, o su nuovi temi da proporre alla discussione, a scriverci all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA PI A….

Hanno abrogato il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e nessuno se n’è accorto? A giudicare dall’odg approvato dal medesimo nei giorni scorsi sembrerebbe proprio così. Non c’è dubbio che questo creerà notevole turbolenza nell’approvazione dei provvedimenti che riguardano la scuola, ma è anche sintomo di una trascuratezza della politica per la governance del sistema scolastico. Questo organo infatti, introdotto nel 1974, è da tempo soggetto a proroghe, senza che nessuno si ponesse il problema di verificare la sua reale adeguatezza ad un sistema più moderno, soprattutto dopo l’introduzione dell’autonomia scolastica e la riforma del titolo quinto della Costituzione.

Già perché se dopo la revisione costituzionale, che giace ancora inapplicata, si fosse pensato ad una riorganizzazione del sistema e ad un organo di “garanzia” nazionale si sarebbe dovuto cambiare perlomeno la composizione e le competenze dell’attuale Consiglio Nazionale.

Tale mancato riordino ha lasciato tutto a metà con pezzi di autonomia che non sono raccordati e affidati a provvedimenti transitori che si rivelano sempre più autoreferenziali e sempre meno valorizzati: i pronunciamenti del CNPI restano spesso una voce nel deserto.

Il disegno di legge 953, sull’autogoverno delle istituzioni scolastiche, ha tentato un ammodernamento della situazione introducendo il “Consiglio Nazionale dell’Autonomia Scolastica”, proprio nel tentativo di istituire un sistema di garanzia dell’autonomia stessa e della libertà di insegnamento, che partisse però dai sistemi territoriali delle rappresentanze di tutti i soggetti che ai diversi livelli andavano a costituire un sistema formativo integrato. Non un consigliere del ministro, ma un garante appunto della qualità del sistema nazionale. Ma questa legge appena approvata alla Camera è stata abbandonata un po’ da tutti: un altro pezzo di autonomia che giace e chissà per quale destino.

Un’altra occasione persa per il governo tecnico che avrebbe potuto con la riforma della governance realizzare anche i pur necessari risparmi, tagliando gli sprechi e non i servizi.

La rottamazione, chissà quanto consapevole, del CNPI è un ulteriore segnale che il sistema sta andando a pezzi e che ognuno di questi pezzi tende alla propria conservazione. Manca la regìa, la capacità cioè di costruire il mosaico, perché manca la condivisione sulla direzione di marcia da imprimere al sistema stesso: girano infatti perlopiù slogan abbastanza generici e l’elaborazione in questo senso lascia molto a desiderare.

Aspettando il nuovo Parlamento…

Gian Carlo Sacchi