Guerre tra (docenti) poveri. La ‘chiamata’ può essere una soluzione?

A Milano basta scorrere le graduatorie ad esaurimento per vedere che delle 245 assunzioni, 241 andranno a siciliani, pugliesi e calabresi. Dati che stanno creando, in un momento di grave crisi occupazionale, una guerra tra poveri del Nord e poveri del Sud”. Che fare, dunque? “Non nascondo da tempo una proposta alternativa ovvero la chiamata diretta da parte delle scuole con un comitato di garanzia eletto tra i docenti ed un responsabile del personale che valuti il curriculum dell’aspirante docente”.

L’osservazione e la proposta sono di Alex Corlazzoli, “maestro e giornalista”, autore di saggi e volumi sulla condizione insegnante. Ciò che è sorprendente è leggere queste parole non su una testata di orientamento politico conservatore, o come a volte si dice sbrigativamente ‘di destra’, ma su ‘Il Fatto quotidiano’, da sempre schierato a sostegno dei precari e soprattutto dell’intangibilità delle graduatorie.

Ma ancora più sorprendente è il fatto che l’autore di questa proposta non sia stato seppellito da una valanga di critiche, come sarebbe avvenuto fino a poco tempo fa. Solo una parte di coloro che hanno inviato commenti all’articolo difende a priori la professionalità degli insegnanti meridionali (e quindi l’intangibilità delle graduatorie che a loro giudizio la fotografa). E pochi criticano in modo aperto la proposta di affidare alle scuole la scelta dei docenti, che è il vero fatto nuovo contenuto nell’articolo pubblicato dal quotidiano di Padellaro e Travaglio.

Se questo significa che si può parlare dell’argomento in modo aperto e senza pregiudizi non possiamo che compiacercene. E partecipare al dibattito.