Graduatorie, il bonus di permanenza inizia il suo cammino in Parlamento

Bonus sì, bonus no. I 40 punti previsti per premiare gli iscritti delle graduatorie ad esaurimento che permangono nell’attuale provincia di iscrizione continuano a far discutere, dividendo in due fronti contrapposti i docenti interessati, cioè quelli che temono l’arrivo di concorrenti che li possono scalzare dalle posizioni attuali e quelli che cercano una più favorevole prospettiva occupazionale, trasferendosi in graduatoria di altra provincia.

Ovviamente 40 punti ai primi potrebbe far naufragare le aspettative dei secondi.

Tutto questo mentre fuori dalla cittadella delle graduatorie ad esaurimento migliaia di altri docenti esclusi tentano di entrare, rompendo le barriere del chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro.

Intanto, come riferisce un comunicato della Lega, tra gli emendamenti al decreto legge 70/2001 in discussione alla Camera le Commissioni Bilancio e finanze hanno dichiarato ammissibile anche quello che riguarda proprio il bonus di 40 punti nei confronti degli insegnanti che scelgono di non spostarsi.

Per gli insegnanti precari – ha dichiarato il senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione del Senato, autore della proposta del bonus – vanno innanzi tutto mantenute le promesse fatte dal Governo nel 2007. Allora le graduatorie sono state trasformate da permanenti a esaurimento (cioè chiuse) in vista della riforma del reclutamento e di un congruo numero di stabilizzazioni (legate comunque alla situazione economica generale e conseguentemente presto “frenate” dallo stesso Centrosinistra). Oggi, tradendo le indicazioni del 2007, le graduatorie vengono riaperte e si rischia una pesante “transumanza” di insegnanti dal Sud al Centro-Nord in conseguenza dei loro punteggi elevatissimi (questione tutta da approfondire).

Secondo l’esponente leghista, senza interventi mirati, l’intero corpo docente precario delle regioni centrosettentrionali rischierebbe da un anno all’altro l’espulsione dall’insegnamento; per limitare i danni la Lega ha elaborato una serie di proposte da veicolare nel decreto sullo sviluppo, all’attenzione delle Camere in queste settimane. E tra queste, appunto, vi è la possibilità di attingere alle liste attuali per gli inserimenti in ruolo, e un bonus per la permanenza nella stessa provincia.

A chi sostiene che quel premio di permanenza sembra avere dubbi di incostituzionali, come è avvenuto per una maggiorazione di punteggio analogo a Trento, Pittoni replica sostenendo che un meccanismo simile è già previsto dal Contratto collettivo nazionale integrativo per i docenti di ruolo.

Si tratterebbe, quindi, di un bonus, attuato nel rispetto “della Costituzione, garantendo lo stesso trattamento sull’intero territorio nazionale, a differenza dei punti (bocciati dal Consiglio di Stato) di Trento che premiavano il servizio in loco, generando disparità di trattamento rispetto alle altre province”.