Giovani e cambiamento: quale futuro?

Molti giovani non vivono la quotidianità con entusiasmo, curiosità e leggerezza che dovrebbe caratterizzare chi come loro si sta avvicinando al futuro, in un tempo non lineare, tra nostalgia del passato, dipendenza dal presente e inquietudine del domani. intorno ai giovani, il mondo si muove tra i paradossi della globalizzazione e l’incombenza del passato più o meno recente che mostra l’insicurezza di una società che fino a non molto tempo fa riteneva di possedere la capacità qi fornire tutti gli strumenti idonei a garantire diritti e libertà.

La nostra società – sottolinea Giuseppe Derita, già presidente del Censis – è segnata da un elemento cruciale: la paura dell’incertezza futura”. Viviamo un tempo nel quale la capacità di reazione della scuola è centrale per lo sviluppo del contesto culturale, sociale, economico e produttivo. Lo spirito critico è la chiave di lettura per accogliere in modo positivo il nuovo scenario, che cambia continuamente e velocemente. Servono progetti che aprono la riflessione a nuovi interrogativi, allargando lo sguardo non solo ai giovani, ma anche agli adulti con la consapevolezza che i confini dei giovani sono diversi da quelli degli adulti.

Abbiamo bisogno di mettere in discussione il sistema, il linguaggio, di rivedere valori che vanno analizzati, ricontestualizzati per diventare patrimonio di tutti. un mondo formativo nel quale discutere di tutto può avere effetti positivi. È impellente la necessità di cambiare, di usare un nuovo linguaggio più idoneo a rappresentare le giovani generazioni che sono i “produttori” del benessere sociale, economico del domani. Un confronto tra chi vuole restare fermo nel tempo e chi invece vuole guidare il passaggio verso un futuro migliore per tutti.

Servono crescita dei livelli formativi e sviluppo per imparare a vivere con strumenti diversi creando benessere personale e sociale. Le nuove generazioni vanno formate con l’istruzione e la cultura che è il vero ruolo della scuola e la didattica deve avvalersi di strumenti moderni che facilitano la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. È proprio la qualità degli esiti formativi, l’unica strada per contrastare le potenti spinte verso le disuguaglianze.

È necessario e urgente aprire un dialogo a più voci sul nuovo processo storico per esplorare e designare un nuovo cammino, un patto formativo multilivello espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, di formazione, di lavoro con le politiche sociali, che sia al tempo stesso il risultato di un esercizio d’immaginazione e punto di partenza per una nuova riflessione sulla situazione del presente, avendo la consapevolezza che le persone giovani e adulte non possono cambiare le loro abitudini senza prima cambiare il loro modo di pensare. Poiché solo i progetti che sanno guardare lontano nel tempo sono quelli che durano, che pongono delle basi, è fondamentale definirne uno a lungo termine di sviluppo nel settore scolastico.

La missione della scuola, che non deve finire mai di dire quello che ha da dire, è aiutarli a realizzare i loro sogni, sostenendoli nei momenti di difficoltà, con forme espressive, culturali, comportamentali che possano rafforzare soluzioni tanto per l’acquisizione di conoscenze e competenze quanto per la costruzione di uno stile di osservazione personale, originale della realtà sociale, naturale, nelle sue variazioni e nella sua interazione con l’ingegno umano. sulla scuola e università, bacini di formazione e di diffusione dei saperi, luoghi privilegiati per assicurare il progresso e l’evoluzione di una società, pesa la responsabilità di non subire il futuro ma di partecipare alla sua costruzione.

La diffusione capillare della conoscenza intesa come sapere favorisce il progresso civile ed economico della società. AI: comprenderla per valutarne le conseguenze una nuova sfida per il mondo della scuola, che sta vivendo un importante momento di centralità in merito agli impegni in ambito del PNRR, è confrontarsi e aprire nuovi cantieri per alzare le aspettative sul metaverso, sull’intelligenza artificiale, per irrobustire i percorsi didattici i cui protagonisti restano ragazze e ragazzi.

È la strada giusta che consente alla scuola di cercare il nuovo, di rigenerarsi, di irrobustire l’ambizione di crescere, moderna, ambiziosa e orgogliosa, inclusiva e autonoma, vicina ai giovani, agli adulti con un’idea di giustizia sociale, di ambiente e di vita comune inedite. Un ruolo decisivo in questa direzione lo giocano i docenti che non coltivano, formano, creano una nuova generazione che si rivolge a loro per cercare certezze, risposte, ma anche soddisfano la loro sete di sapere, la voglia di ricerca che crea nuovi interrogativi. E quindi anche quel disorientamento che aiuta ad affrontare i dubbi, che crea le condizioni per partecipazione alla gara della vita, alla conquista di ciò che è più significativo, partendo da posizioni uguali.

Un viaggio nel futuro che sia al tempo stesso esercizio di immaginazione e punto di partenza per una riflessione sulla situazione del presente. Per realizzare questo complesso compito con azioni efficaci servono riflessioni approfondite delle esigenze emergenti e delle risposte da parte del contesto scolastico. serve una grande capacità organizzativa, realizzativa che si avvale di un grande gioco di squadra, puntando anche sui giovani ai quali spetterà il compito di costruire e governare il futuro. 

necessario confrontarsi con le potenzialità offerte dall’accelerazione digitale e in particolare con l’intelligenza artificiale che sta cambiando il modo in cui conosciamo e interveniamo sul mondo e che non può rimanere patrimonio di specialisti, ma deve entrare nei diversi campi applicativi con la consapevolezza dei vantaggi e dei rischi di questi strumenti rispetto all’iniziativa personale, al pluralismo, alla tolleranza, alla sussidiarietà, alla solidarietà. una sfida non semplice da tradurre in decisioni concrete per far crescere l’intelligenza umana nella sua integralità individuale e collettiva che coinvolge il piano politico, culturale, scientifico e economico. Chi controllerà il futuro dell’AI? anche se il metaverso e l’ai nel sistema scolastico sono ancora una new entry, tutte da esplorare prima di arrivare a maturazione, su questo fronte è necessario un intervento legislativo per individuare un sistema di tutele condivise con un quadro normativo di riferimento, un approccio con una forte visione dell’amministrazione centrale e periferica che si faccia carico di monitorare attentamente l’esecuzione del programma.

L’AI che richiede grande attenzione, potrebbe essere utilizzata come supporto didattico allo studio attraverso la creazione di programmi personalizzati per gli studenti che sono corresponsabili della costruzione di una società futura più digitalizzata. un passaggio cruciale che richiede molta prudenza perché è alto il rischio di produrre caos nella didattica e quindi un impatto negativo sull’apprendimento degli studenti e sulla sicurezza e accuratezza dei contenuti. l’educazione individualizzata, personalizzata può trovare una spinta favorevole con il metaverso, un universo di realtà virtuale, un’evoluzione di internet, ma occorre far maturare nel corpo docente, che ancora non possiede tutte le conoscenze e competenze per padroneggiare percorsi di innovazione così profondi, una professionalità mirata per usarne al meglio le potenzialità prima che diventi pervasivo.

È dalla formazione degli insegnanti che passa il salto di qualità all’interno di una grande rivoluzione tecnologica che va letta come opportunità e non come ostacolo insormontabile. come in ogni percorso di trasformazione tecnologica, il pericolo è quello di un’innovazione che porti la comunità sociale a essere governata dalla tecnologia piuttosto che a governarla. ciò è importante per prevenire e contenere gli eventuali effetti negativi. un passaggio strategico per la crescita organizzativa e culturale delle istituzioni scolastiche, collegato ad un pericolo già corso dalla scuola. un esempio concreto di questo possibile scenario è stata l’esperienza dell’adozione della didattica a distanza e delle difficoltà di docenti e studenti.

Qualunque processo di innovazione richiede un’adeguata crescita delle competenze, anche sull’intelligenza artificiale, in quanto non è sufficiente avere tecnologie avanzate. ai docenti è richiesto di mettere da parte il loro mondo consolidato per incentivarne un altro più adatto al futuro, utilizzando la tecnologia per promuovere percorsi di apprendimento più rispondenti alle nuove esigenze delle persone e del mondo del lavoro e della economia.

Non può essere un’iniziativa delle singole scuole, del singolo docente o dirigente scolastico ma il risultato dell’ascolto, della comprensione delle nuove istanze deve essere il filo rosso di una profonda collaborazione tra tutti gli attori istituzionali e non del sistema scuola (amministratori pubblici, imprenditori, cittadini, famiglie, studenti ecc.), basata sulla condivisione di esperienze e di un linguaggio comune per orientare le innovazioni in atto alle nuove sfide, per sfruttare le potenzialità positive che strumenti come l’ai potrebbero generare.

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