Giornata internazionale degli studenti, Valditara: ‘Diritto allo studio e libertà di espressione pilastri di una società libera’. Oggi proteste in 40 città italiane

“La Giornata internazionale degli studenti ci ricorda che il diritto allo studio e la libertà di espressione sono pilastri di una società libera e democratica, e che è nostro dovere esercitare e trasmettere questi valori fin dai primi anni di scuola. Questa data ci riporta alla mente l’atroce eccidio compiuto dai nazisti nell’allora Cecoslovacchia il 17 novembre 1939, culminato con la deportazione nei campi di concentramento di 1.200 ragazzi e l’uccisione di 9 persone tra studenti e professori. Il coraggio manifestato da quei giovani e dai loro docenti deve ispiraci per dare impulso a una scuola, realmente libera e sempre più incentrata sulla valorizzazione della persona dello studente, facendo emergere e realizzando i suoi talenti”. Così in una nota Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito. Oggi in oltre 40 città d’Italia, gli studenti medi e universitari sono in piazza contro le politiche del Governo Meloni. Al centro delle proteste troviamo un attacco nei confronti della riforma della scuola voluta dal ministro Valditara e la condanna del massacro in Palestina.

Siamo al fianco degli studenti italiani, dei docenti e di tutto il mondo della scuola pubblica statale che rivendica a buon diritto i propri diritti messi a rischio dalle politiche di questo governo – fa sapere per esempio il Movimento 5 Stelle -. Il dimensionamento e i relativi tagli stanno mettendo in difficoltà interi territori, già molto fragili dal punto di vista della dispersione scolastica. Il disegno Calderoli di autonomia differenziata spaccherà il sistema scolastico in 20 pezzettini, con disuguaglianze inaccettabili tra i territori. E poi ancora l’immobilismo sul fronte dei rincari di libri e materiali scolastici, affitti, trasporti pubblici, l’assenza di risorse per combattere le classi ‘pollaio’ e per garantire il supporto psicologico degli studenti: sono tutte ottime ragioni per manifestare il proprio dissenso e far sentire alta la propria voce, tanto più oggi che si celebra la Giornata internazionale dello studente. Nell’ultimo anno abbiamo portato tutte queste rivendicazioni in Parlamento e continueremo a farlo dentro e fuori dalle aule, a sostegno della comunità studentesca e a tutela del presidio democratico più importante di tutti: la scuola pubblica italiana”. 

Con la riforma della scuola del Governo Meloni l’istruzione pubblica torna indietro di 50 anni e viene fatto un altro grande regalo alle aziende – dichiara Simon Vial, responsabile scuola del FGC -. La riduzione della durata del percorso scolastico a 4 anni per i tecnici e i professionali e l’incentivazione della scuola-lavoro con la creazione di ‘campus scuola-azienda’ sono uno schiaffo in faccia pesantissimo ai 200 mila studenti scesi in piazza l’anno scorso dopo la morte di 3 loro coetanei in stage. La riforma prevede anche l’incentivazione delle misure repressive nelle scuole, rendendo più facile bocciare per il voto di comportamento. Vogliono mettere a tacere gli studenti che lottano per un futuro migliore, ma non ci riusciranno. Quello che sta succedendo in questi giorni in Palestina non può lasciarci indifferenti – continua ancora Simon – sono state uccise 10 mila persone, di cui oltre 4000 erano bambini, con bombardamenti mirati a scuole e ad ospedali. Il Governo Meloni, che promuove una riforma assolutamente peggiorativa per la scuola, che si sta facendo portavoce di politiche antipopolari sulla nostra pelle, è lo stesso Governo che dimostra sostegno incondizionato ai piani di morte del governo di Netanyahu e che si sta rendendo complice dei crimini di guerra portati avanti da Israele nei confronti del popolo palestinese. Gli studenti sanno da che parte stare e dalle mobilitazioni di oggi viene lanciato un messaggio chiaro: fermiamo il massacro, fermiamo la riforma Valditara!”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA