Giannini: La sentenza della Corte è politicamente un successo

Per il ministro inoltre riguarda non più di 18mila persone di cui 15mila insegnanti

Oggi il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è intervenuta attraverso differenti sedi (intervista al quotidiano La Stampa, al programma ‘La telefonata di Belpietro’ su Canale 5, e a margine dell’incontro tenutosi alla Camera sulla dispersione scolastica – su quest’ultimo il nostro AUDIO), a commento della sentenza della Corte di giustizia europea sui precari della scuola.

La sentenza della Corte Europea politicamente è un successo“, ha detto il ministro, perché “riconosce quello che noi abbiamo visto subito come patologia italiana da curare immediatamente: non costruisci un grattacielo su fondamenta marce. Il precariato storico è il fondamento marcio del sistema scolastico italiano“.

Il ministro ha osservato che anche “tecnicamente” la sentenza “è una conferma: tra i punti specifici indica di “non dare contratti a tempo determinato sui posti vacanti disponibili, ovvero le supplenze che partono il primo settembre e finiscono il 31 agosto, posti stabili camuffati“.

Nell’intervista al quotidiano torinese, il ministro ha anche quantificato la platea dei possibili interessati dalla sentenza – non già 250mila come hanno detto diversi politici e sindacalisti, ma 18mila: “La sentenza europea si riferisce solo ai posti vacanti e disponibili (si legga il nostro articolo Sentenza UE riguarda i soli ‘posti vacanti e disponibili’ di tutto il personale scuolache sono oggi circa 18mila Ata compresi, circa 15mila solo i docenti. Ad avere i requisiti previsti dalla sentenza è un numero limitato di persone, saranno 15mila al massimo”.

Tornando alle dichiarazioni rilasciate alla Camera, Giannini ha aggiunto, che occorre “regolare i concorsi e noi prima, non adesso, abbiamo detto che i concorsi devono essere regolari, perché il precariato storico nasce dall’irregolarità dei concorsi. Noi lo facciamo quest’anno e il risultato lo avremo nel 2016 con 40 mila assunzioni“.

L’aspetto giuridico, ha concluso, “riguarda i singoli, il rapporto degli individui con lo Stato“.