Giannini: “La scuola deve mettersi in discussione”

Per me è stata quasi una prima giornata di scuola, e mi ha emozionato parlare di fronte al Santo Padre, ai tantissimi ragazzi nella splendida piazza San Pietro che da tutta Italia hanno partecipato in questa classe speciale per una lezione speciale”. E’ rimasta molto colpita il ministro dell’istruzione Stefania Giannini: “oggi si è respirata la voglia di ripartire dall’educazione”.

Ai microfoni di Tv2000 nella trasmissione ‘La Chiesa per la scuola’, a cui ha preso parte insieme al segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha ricordato che “uno dei principi fondanti del processo di insegnamento e apprendimento è che ognuno deve sempre mettersi in discussione; e questo deve essere uno degli elementi costitutivi dell’essere insegnante e purtroppo questo in Italia non succede. Ciò indebolisce – ha sottolineato – la capacità di insegnare e questo i ragazzi lo riconoscono subito”.

Il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, ha chiesto “allo Stato italiano e al ministro dell’Istruzione una maggiore attenzione per le scuole professionali, che sono pubbliche e spesso tanto bistrattate; e invece si stanno rilevando uno dei percorsi privilegiati per iniziare un percorso di lavoro”.

Pronta la risposta del ministro Giannini: “finora abbiamo assistito a due campionati – ha concordato – con la scuola professionale da una parte, che da molti anni in Italia viene vista come di serie B. Tutto ciò deve essere riequilibrato – ha avvertito la titolare del Ministero di Viale Trastevere – con politiche che sviluppino, appunto, gli insegnamenti professionali”.

Tra le testimonianze a “We care”, l’incontro del Papa con la scuola italiana organizzato dalla Cei a sostegno di tutta la scuola italiana, significativa quella di istituti ad alta percentuale di studenti difficili, come il Luigi Pirandello di Pesaro, dove su 1200 alunni ci sono anche 35 disabili e 94 con bisogni educativi speciali: “don Milani – ha ricordato davanti a Bergoglio la preside, Giuliana Ceccarelli – diceva che se si perde i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola ma un ospedale che cura i sani e respinge i malati; da 20 anni il nostro istituto ha scelto l’integrazione e l’inclusione, seguendo alcuni principi fondamentali tra cui l’uguaglianza e l’equità”. “Gli alunni disabili nella scuola – ha detto la preside – hanno educato gli studenti a pensare la loro presenza come normale, prima a scuola” e poi in tutti i settori della società e situazioni umane.