Giannini frena. Niente ‘grandi riforme’

Dopo il pirotecnico esordio dei primi giorni da ministro Stefania Giannini appare ora molto più prudente, come peraltro le aveva consigliato il predecessore Maria Chiara Carrozza. Nell’intervista di sabato scorso al Corriere della Sera spegne quasi tutti i flash con i quali aveva guadagnato visibilità mediatica, ma si era anche esposta a critiche e ironie: non parla più di eliminare gli scatti di anzianità e definisce “libro dei sogni”, almeno “per il momento”, l’idea di “trovare gli strumenti per valorizzare le migliori professionalità, la capacità di aggiornamento, la disponibilità ad assumersi responsabilità”.

Anche sulla questione del finanziamento delle scuole paritarie si trincera dietro la raccomandazione che il Consiglio d’Europa aveva inviato il 12 dicembre 2012 all’Italia per invitarla a rispettare il principio di uguaglianza e di parità nella scelta educativa. Ma “non mi metto certo a togliere risorse alle scuole statali per darle ai privati”, aggiunge subito.

Anche su edilizia scolastica e interventi per la sicurezza il ministro dimensiona – e nello stesso tempo ridimensiona – l’ammontare delle risorse disponibili: “150 milioni di euro sono già stanziati. Sono in calendario 700 interventi e abbiamo prorogato fino al 30 aprile i termini per la presentazione delle domande”. Poi aggiunge che “c’è una lista di circa 2.000 interventi immediatamente cantierabili per circa 320 milioni”. Altri 300 milioni arriveranno dall’Inail per la messa in sicurezza, la prevenzione del rischio sismico, l’adeguamento energetico, mentre dalla Banca europea degli investimenti e dalla Cassa depositi e prestiti verranno, sempre per ristrutturazioni e messa in sicurezza, 40 milioni annui “in un lungo periodo”.

In totale si sta ben al di sotto del miliardo. Una cifra che, a fronte delle circa 43.000 sedi nelle quali in Italia si fa istruzione pubblica, molte delle quali necessitano di interventi urgenti, non appare tale da determinare una vera svolta. Anche Giannini sembra rendersene conto. E promette: “ho l’abitudine di studiare a fondo ciò che non conosco”. Meglio così. Anche per lei.