Giù le mani dai supplenti

È in corso in questi giorni presso il Miur un confronto sindacale per ridefinire alcune regole relative alle supplenze del personale scolastico.
Si stanno valutando le questioni relative alle supplenze su spezzoni di cattedra e su posti a part-time, ma non è mancato anche il riferimento alle recenti vicende dei costi telegrafici per chiamata di supplenza e alle procedure per il loro conferimento.
Dai comunicati dei sindacati sembra di capire che il Miur abbia chiesto di rivedere alcuni aspetti di procedura per ridurre i tempi e i costi, nonché per contenere il più possibile i disagi che l’eccessivo tempo della procedura determina sull’attività didattica, sui docenti in servizio e sui carichi amministrativi e organizzativi.
Sui principi generali tutto ok, ma sulle proposte concrete la musica cambia.
Mentre infatti il sindacato sembra d’accordo sull’ipotesi di un’eventuale riduzione del numero di graduatorie di istituto a cui i supplenti possono iscriversi, non vuole saperne di reintrodurre deterrenti di qualsiasi tipo per scoraggiare la rinuncia alla supplenza.
In tal senso è molto chiara la posizione sindacale espressa dalla CISL Scuola, che “a fronte dell’esigenza manifestata dal MIUR di introdurre correttivi al riguardo (al fine di semplificare e ridurre i costi delle convocazioni, con particolare riferimento alla scuola dell’infanzia e primaria) ha sottolineato – pur condividendo la necessità di rendere più celeri, trasparenti e certe le procedure di assunzione – l’indisponibilità a modifiche penalizzanti per il personale precario”.
Come dire: accodamenti per rinuncia ingiustificata? No grazie.