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GB. Apre una delle biblioteche più grandi del mondo

Nel Regno Unito sono terminati i lavori di costruzione di un edificio dalle dimensioni ragguardevoli destinato a dare respiro all’antica biblioteca bodleiana, annessa all’università di Oxford. Ormai al limite della capienza, la biblioteca bodleiana che, fondata nei primi anni del diciassettesimo secolo, riceve circa 1000 libri al giorno, vedrà finalmente aprirsi gli spazi della nuova struttura capace di contenere, ospitati sui suoi  oltre 200 chilometri di scaffalature, qualcosa come 8 milioni e 400mila volumi.

Funzione principale della biblioteca è quella di raccogliere tutto ciò che viene pubblicato in Gran Bretagna ed è collegata con diverse succursali sparse in tutto il Commonwealth.

Analoga funzione, benché di minori proporzioni quantitative, ricopre la biblioteca nazionale di Firenze che raccoglie ciò che viene pubblicato in Italia. Fondata nel 1714, quando il bibliofilo Antonio Magliabechi lasciò al capoluogo toscano il proprio patrimonio librario di circa 30.000 volumi, si è nel tempo ampliata con l’aggiunta della biblioteca donata dal granduca Leopoldo e, nel 1861, con l’unione della biblioteca Palatina, cioè “di palazzo”, creata dai Granduchi di Lorena, grazie all’intervento del ministro dell’istruzione Francesco De Sanctis,.

Così, mentre all’estero ci si preoccupa di investire nella conservazione del patrimonio culturale che i libri da sempre rappresentano, in Italia le ristrettezze finanziarie obbligano anche le istituzioni più prestigiose, come la biblioteca nazionale di Firenze, a stringere la cinghia. Vale la pena fermarsi a riflettere sulla chiusa che Ernesto Galli Della Loggia ha riservato alla lettera aperta da lui indirizzata al ministro dell’istruzione Gelmini, e pubblicata il 27 settembre scorso sul Corriere della Sera:

“Ci accontenteremmo che lei non si stancasse di spiegare all’opinione pubblica e alla classe politica che ogni euro sottratto alle biblioteche, ai musei, al cinema, ai teatri, è una ferita aperta nella nostra storia”.

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