Fuga dalla scuola. Per la riforma o per altri motivi?

Appena sono trapelati i dati ufficiosi dei pensionamenti del personale scolastico per il 2009, c’è stato chi ha attribuito la motivazione dell’elevato numero di dimissioni dal servizio a ragioni politiche, per disaccordo sulle riforme in atto. Peraltro, da sempre, i picchi dei pensionamenti nella scuola hanno ragioni personali molto più concrete, come, soprattutto, il timore di perdere diritti o vantaggi legati esclusivamente alla pensione.

È stato il caso, ad esempio, dei pensionamenti di due anni fa, quando il timore dello scalone suggerì a migliaia di docenti di evitare il rischio di rimanere in servizio più di quanto progettato e di avere una riduzione della pensione.

Per il 2009 si parla già di fuga dei professori per colpa delle riforme Gelmini. Ma è vero? Si registra davvero un nuovo picco di pensionamenti?

Non vi è dubbio che i docenti abbiano molti timori, soprattutto nella scuola primaria, per l’annunciato cambiamento radicale della organizzazione del servizio, ma da qui a sostenere che i maestri scappano per paura della riforma ne passa.

Dai dati ufficiosi raccolti risultano pensionandi nella scuola primaria circa 6.829 insegnanti (il 2,9% del personale in servizio), un numero pressappoco uguale a quello dei docenti pensionandi della scuola media (6.814 pari al 4,4% dei professori in servizio) e comunque inferiore a quello della secondaria di II grado che sarebbe di 7.030 unità (3,1% del prof in servizio).

Comprendendo i 2.023 docenti di scuola dell’infanzia (2,5% dei docenti in servizio), si arriva ad un totale di quasi 23 mila docenti che lasciano per dimissioni o per raggiunti limiti di età il servizio dall’anno prossimo. Un dato complessivo che rientra nelle previsioni e a cui si aggiunge la previsione di circa 5.800 pensionamenti tra il personale Ata.