Francia: la scuola val bene un dibattito

Anche in Francia la scuola è al centro di un’accesa disputa politica. Riecheggiando il celebre “Parigi val bene una messa” dell’ex ugonotto Enrico IV, l’editoriale dell’ultimo numero del mensile “Le Monde de l’éducation” si intitola “La scuola val bene un dibattito” (parlamentare). L’autorevole rivista critica apertamente il nuovo ministro dell’educazione nazionale, Luc Ferry, che dopo essersi presentato nelle vesti dimesse di un moderato pragmatico sembra aver messo in cantiere una radicale revisione dell’ultima grande legge quadro (“loi d’orientation”) approvata nel 1989 per iniziativa dell’allora ministro Jospin. La rivista non mette in discussione l’opportunità di una nuova legge, ma chiede che dei problemi di fondo e del destino dell’educazione nazionale si occupi il Parlamento. Il ministro viene seccamente invitato a porre in quella sede questioni come la ventilata revisione dell’obiettivo di elevare all’80% la percentuale dei giovani che conseguono la maturità (bac), gli investimenti per rinnovare il personale docente, l’impatto effettivo della decentralizzazione, le ricadute della globalizzazione sui processi formativi. La rivista su questi punti nodali auspica un dibattito aperto in Parlamento, e si augura che in tale sede possa determinarsi una ampia convergenza parlamentare, a sostegno di un rinnovato “patto repubblicano” per la scuola. Chissà se il vento di Francia – ammesso che l’appello della rivista venga accolto in quel Paese – prenderà a spirare anche in Italia.