Tuttoscuola: Non solo statale

Francia, la nouvelle vague delle cattoliche

La svolta di un rinnovamento pedagogico, didattico e organizzativo, formalmente deliberata un anno fa dalle organizzazioni rappresentative delle scuole cattoliche francesi, comincia ora a dare i primi frutti: “Le Monde de l’education” di dicembre ( www.lemonde/mde ) dedica un ampio dossier alla decisione delle scuole private cattoliche francesi di cambiare il proprio modo di impostare la didattica.
Le principali innovazioni, non lontane da analoghe iniziative avviate in Italia (da noi, in prevalenza, nelle scuole statali), riguardano la maggiore flessibilità degli orari, col superamento del tradizionale orario giornaliero e settimanale, la modularizzazione e la maggiore individualizzazione dei percorsi, un maggiore grado di interdisciplinarità a tutti i livelli.
Le ragioni che hanno indotto le scuole cattoliche francesi, frequentate dal 19% della popolazione scolastica complessiva (in Italia non si arriva al 10% fra scuole cattoliche e laiche), ad imboccare con decisione la strada di un forte rinnovamento pedagogico e didattico vanno individuate, secondo l’autorevole mensile francese, nell’esigenza di evitare la “banalizzazione”, vale a dire l’appiattimento delle scuole private cattoliche sul modello delle scuole pubbliche, più rigido e uniforme. Alla base della decisione non sta dunque una ragione di tipo confessionale (per esempio la ricerca di una più esplicita identità religiosa), ma quella di rispondere meglio alla domanda sociale di un insegnamento più efficace e personalizzato.
Non manca però chi teme una “deriva privatistica” delle scuole cattoliche, che in nome della qualità e dell’efficacia potrebbero finire per trascurare o respingere gli allievi più fragili o meno motivati, provenienti in genere da famiglie socialmente svantaggiate o di recente immigrazione.

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