Formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria: manca il tirocinio

Il 4 dicembre 2019 si è svolto a Roma, nella Sala del Palazzo dei Gruppi Parlamentari, il convegno nazionale Formazione iniziale degli insegnanti: scorciatoie o qualità?”, organizzato da ANFIS (Associazione Nazionale Formatori Insegnanti Supervisori) in collaborazione con il CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) e il DDM-GO (Docenti di Didattica della Musica – Gruppo Operativo). All’iniziativa sono intervenuti il senatore Mario Pittoni (Lega), presidente della VII Commissione del Senato, le on. Flavia Piccoli Nardelli (PD) e Giulia Latini (Lega), componenti della VII Commissione della Camera, e la senatrice Loredana Russo (M5S).

I relatori del convegno, a partire da Riccardo Scaglioni, presidente dell’ANFIS, associazione che rappresenta gli insegnanti che dalle SSIS in avanti si sono specializzati nella funzione di supervisione e tutoraggio dei docenti di scuola secondaria in formazione, hanno denunciato la sostanziale eliminazione di questo fondamentale aspetto della formazione iniziale provocata dalla revisione del Decreto legislativo n. 59/2017 decisa dal governo giallo-verde con la motivazione di una semplificazione e velocizzazione delle procedure.

Nel nuovo testo di legge la formazione iniziale si riduce a pochi esami da sostenere durante i percorsi di laurea disciplinare: 24 crediti formativi universitari (CFU), senza alcun tirocinio accompagnato da docenti esperti della scuola. Il contrario di quanto previsto per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, che per insegnare seguono un percorso di laurea dedicato all’insegnamento con un consistente e pluriennale tirocinio nelle scuole, accompagnato da docenti esperti in funzione di tutor.

L’Università, presente al convegno con molti accademici, ha confermato che questa situazione non è accettabile e va tempestivamente modificata. I professori Cappa e Venanzi (Università di Roma “Tor Vergata”) hanno insistito sulla necessità di integrare gli insegnamenti disciplinari con quelli pedagogici e didattici, sostenendo come, a fronte di una mancanza di intervento riparatore da parte della politica, l’università e la scuola siano legittimate ad assumersi la responsabilità di affrontare ciò che concerne la formazione iniziale anche nell’ambito della loro autonomia.

Analoghe considerazioni sono state fatte dal prof. Neulichedl, in rappresentanza dei docenti di Didattica della musica operanti nelle istituzioni AFAM, e dal prof. Bagni, del Cidi, che ha sottolineato come la scuola sia essa stessa sede naturale di formazione per i docenti e come tale vada considerata e riorganizzata.

Durante il convegno è stata presentata una proposta concreta che intende ripristinare una condizione minima di qualità per formare insegnanti della scuola secondaria: un percorso di un anno e 60 CFU con il ripristino del tirocinio e della collaborazione fra scuola e università. I politici intervenuti si sono detti disponibili a prendere in considerazione in sede legislativa le proposte emerse nel Convegno. Il fatto che appartengano sia alla maggioranza che all’opposizione lascia bene sperare, ma la concretezza dei buoni propositi enunciati in occasione del convegno andrà verificata in Parlamento.