Focus DL 45 anti-diplomifici: i centri studio serbatoio di studenti per istituti paritari?

Via alla sesta puntata di “Focus DL 45 anti-diplomifici”, la nuova rubrica di approfondimento di Tuttoscuola dedicata al decreto-legge contro le scorciatoie scolastiche. Ogni due o tre giorni pubblichiamo analisi, dati e sviluppi per capire cosa cambia davvero nel contrasto ai diplomifici. 

Oggi parliamo di alcuni centri studi che funzionano come serbatoi di studenti per istituti paritari in difficoltà, alimentando un business legato al “turismo da diploma”. 

Da quando diverse scuole private hanno ottenuto la parità, molte non paritarie, per poter sopravvivere, si sono trasformate in centri studi, accademia studi o simili, in particolare per il recupero degli anni scolastici. Si tratta di normale attività, ricercata soprattutto da chi vuole riprendere il percorso scolastico interrotto.

Se ne trovano in quasi tutte le città e spesso anche nei centri più importanti delle province; per chi volesse censirli tutti avrebbe la sorpresa di contarne più di un centinaio.

Per finalizzare la preparazione dei propri iscritti verso il diploma, ci sono centri studi che intrattengono rapporti con istituti paritari in cui scarseggia la materia prima (gli studenti interni); a quegli istituti, in base ad accordi e prezzi convenuti, inviano i propri clienti.

Insomma, centri studi come serbatoio di studenti per istituti paritari.

I rapporti tra diversi centri studenti e istituti paritari sono quasi sempre contrassegnati da un mercato redditizio alimentato dai versamenti degli studenti iscritti.    

È bene chiarire che la maggior parte degli istituti paritari della secondaria di II grado non ha bisogno di “comprare” pacchetti di studenti dai centri studi, ma, laddove questo avviene, si verifica quel “turismo da diploma”, denunciato dal primo dossier di Tuttoscuola sui diplomifici, che vede ogni anno centinaia e centinaia di persone provenienti da tutta Italia iscriversi, previo esame di idoneità, come studenti interni in taluni istituti paritari (in particolare della Campania), dove l’accesso al diploma sembra garantito da un percorso facilitato.

Il business per quegli istituti paritari e per quei centri studi è assicurato.

Sull’attività delle scuole non paritarie/centri studi non esistono norme di controllo, se non quelle eventuali e motivate da presunte irregolarità da parte della Guardia di Finanza che, come si sa, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il MIM il 6 febbraio 2024.

La legge su queste scuole non paritarie si limita a vietare esami di idoneità per alunni che abbiano frequentato scuole paritarie (centri studi) che dipendono dallo stesso gestore.

“Le scuole paritarie non possono svolgere esami di idoneità per alunni che abbiano frequentato scuole non paritarie che dipendano dallo stesso gestore o da altro con cui il gestore abbia comunque comunanza d’interessi. Il gestore o il legale rappresentante ed il coordinatore delle attività educative e didattiche della scuola paritaria devono dichiarare l’inesistenza di tale situazione per ciascun candidato ai predetti esami. La dichiarazione è inserita nel fascicolo personale del candidato stesso. La mancanza o falsità delle predette dichiarazioni comporta la nullità degli esami sostenuti e dei titoli rilasciati, fatte salve le conseguenti responsabilità civili e penali”. (comma 3, art. 1bis – Legge 3 febbraio 2006, n. 27 – Norme in materia di scuole non statali).

Non perdere la prossima puntata di “Focus DL 45 anti-diplomifici”

Il piano straordinario di ispezioni contro i diplomifici ha portato a risultati importanti, ma non basta un intervento “una tantum”: senza una vigilanza costante e un rafforzamento del corpo ispettivo, il rischio è di ritrovarsi presto punto e a capo. Ne parliamo il prossimo 6 maggio.

 
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