
In un comunicato dai toni risentiti la Fism, che riunisce 8.000 scuole dell’infanzia paritarie inserite nel sistema nazionale di istruzione, protesta perchè l’anno scolastico è ormai terminato “ma i contributi statali previsti dalla finanziaria alle scuole paritarie dell’infanzia, pari a 130 milioni di euro, nonostante ripetute promesse, ultima quella del ministro Gelmini di pochi giorni fa, non sono stati ancora erogati“.
Ma c’è di peggio, prosegue la nota, perché alla mancata erogazione dei contributi dovuti per l’anno scolastico 2009-2010 “si aggiunge il taglio di 258 milioni previsto ad oggi dalla manovra economica in corso e da quanto previsto nel bilancio triennale per il 2011“.
Ancora una volta la Fism ricorda che “un bambino che frequenta la scuola dell’infanzia statale costa allo Stato 6.116 euro all’anno contro i 584 euro, contributo rimasto immutato dal 2001, per un bambino frequentante una scuola dell’infanzia paritaria e che se lo Stato volesse sostituire le scuole dell’infanzia non statali, dovrebbe spendere poco meno di 4 miliardi di euro all’anno, ogni anno, soltanto per la spesa corrente“.
Per questo la Fism chiede direttamente e personalmente al ministro Gelmini un’iniziativa “indilazionabile” volta a “modificare il bilancio triennale dello Stato 2011-2013 – o quantomeno quello del 2011 – per evitare il rischio di implosione dell’intero sistema scolastico paritario non profit“.
Se non è un preavviso di chiusura in massa delle scuole dell’infanzia paritarie (con conseguenti maggiori spese per lo Stato), poco ci manca.
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