Fioroni: un patto per la scuola

In un intervento al convegno organizzato presso la scuola dei Padri Scolopi a Roma il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni ha lanciato un appello per un patto bipartisan a sostegno dell’educazione.

“Qui non si tratta di fare né larghe intese né inciuci”, ha detto il ministro, “noi siamo chiamati a educare e non a litigare”. Perciò “facciamo un patto: chiunque vinca metta al primo posto il tema dell’educazione e della scuola”.

Tornando sulla sua nota diffidenza verso le “grandi riforme”, Fioroni ha condannato la “furia riformatrice” degli ultimi venti anni, che ha portato alla perdita della “bussola e di punti di riferimento” valoriali, nei ragazzi come negli educatori e nelle famiglie. “La scuola non può essere il terreno di battaglie delle opposte fazioni politiche” perché l’istruzione ed educazione dei giovani determinano “il futuro stesso della nostra società”.

Il ministro non è tuttavia entrato nel merito di specifiche proposte sulle quali realizzare il patto tra le forze politiche in competizione: si è limitato a parlare di serietà e merito da riportare nelle scuole, della realizzazione di una vera autonomia, di un nuovo sistema di formazione, reclutamento e carriera dei docenti, perché la “buona scuola la fa il buon insegnante”.

Sul punto politicamente più delicato, quello della parità, Fioroni non si è espresso direttamente, ma ha detto di aver raccolto dalla scuola stessa l’esigenza di “completare la realizzazione di un sistema di istruzione integrato statale e non statale (parità) che, facendo leva sul principio di sussidiarietà (che non è né il semplice decentramento, né la libanizzazione della scuola) valorizzi quello che c’è di buono, da qualunque parte arrivi, all’interno di un quadro di riferimento comune, garantendo alle famiglie la possibilità di essere aiutati nel proprio compito educativo a prescindere dalla propria condizione economica”.

Un notevole saggio di equilibrismo su un tema, come quello del finanziamento delle scuole paritarie, tradizionalmente assai delicato per i cattolici, e che non a caso l’UDC-Rosa bianca ha inserito esplicitamente nel proprio programma. Fioroni (il PD) non poteva, ma in compenso non lo ha fatto neanche il PDL.