Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Fioroni: scuola ingiusta perché non è ascensore sociale

“La sfida vera che ritengo essenziale per il nostro Paese e per un governo di centro-sinistra è quella dell’equità della scuola. La nostra scuola non è ancora un ascensore sociale. Non siamo ancora in presenza di una scuola giusta perché non consente pari opportunità “. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni nel corso di una conferenza stampa commentando i dati Ocse aggiungendo “questo dato mi sconcerta e richiede una riflessione. I dati dell’Ocse – ha detto il ministro – ribadiscono e sottolineano ancora una volta come il successo scolastico anche in termini di apprendimenti e competenze e’ strettamente connesso alle condizioni socio-economiche della famiglia. La nostra scuola non riesce a rompere la continuità tra l’eredità socio-economica che ciascun alunno si porta dietro”.

“In altri termini, siamo ancora in presenza di una scuola che se sei figlio di operaio la normalità è che resti operaio. Questo processo, i dati Ocse ce lo dimostrano – ha sottolineato – si è incentivato dal 2000, dove le disparità tra scuola e scuola, regione e regione, ma soprattutto questo blocco ulteriore dell’ascensore sociale ed il successo scolastico legato alla situazione socio-economica di appartenenza sono stati ulteriormente evidenziati”.

“Ma se da una parte c’è bisogno di lavorare sulla scuola perché riesca a diventare ascensore sociale e diventi giusta – ha spiegato – dall’altra c’è bisogno di un’azione di governo che migliori le qualità socio-economiche del nostro Paese, perché se dal 2000 in poi questi dati si sono accentuati, è evidente che il peso delle condizioni economiche della famiglia sul ragazzo che studia ha avuto un’incidenza maggiore perché evidentemente maggiormente quella famiglia è stata gravata nel corso degli anni da legislazioni socio-economiche”.

“Credo che questa sia la prima volta che un ministro dell’Istruzione fa uno sforzo di leggere i dati Ocse non solo in termini di competenze e di sapere – ha aggiunto Fioroni – ma anche interrogandosi sul perché delle competenze e del sapere. Noi di solito discutiamo dei dati solo prendendo atto delle competenze linguistiche, delle competenze di matematica o scientifiche che sono uno standard sul gap che separa la nostra situazione da quello del resto d’Europa”.

Oltre alla sfida prioritaria di rendere la scuola italiana “giusta”, secondo Fioroni ce ne sono altre due che i dati Ocse pongono, quella della “qualità rispetto ai piani delle offerte formative che sapremo designare per i nostri ragazzi” e quella della “quantità, cioe’ saper rendere piu’ efficace le risorse che noi mettiamo nel sistema”.

Forgot Password