Fioroni più severo di Berlinguer nell’ammissione agli esami, ma Gelmini…

La selezione per la maturità sembra, dunque, destinata a subire un deciso giro di vite, vista l’intenzione del ministro di estendere anche agli esami finali del II ciclo quanto già previsto dalla legge 169/2008 per gli esami del I ciclo, cioè l’ammissione in presenza di sei decimi per ogni disciplina di studio.

In questo ultimo decennio come sono andate le cose in termini di selezione finale?

Dal 1999, a seguito della riforma Berlinguer degli esami di Stato, l’ammissione all’esame era totale, perché bastava la frequenza dell’anno scolastico, con rinvio di tutta la selezione all’esame finale.

L’idea era apprezzabile, perché intendeva dare rilievo alla funzione dell’esame finale come strumento di accertamento della preparazione richiesta e di selezione conclusiva. Il primo anno, nella maturità 1998, le cose andarono più o meno bene con un tasso di non diplomati pari al 6%.

Ma negli anni successivi le cose non sono andate molto bene, perché il tasso di non diplomati, cioè di selezione complessiva, è sceso fino a toccare nel 2002-2003 il 2,9%.

Solamente con la riforma degli esami del ministro Fioroni (legge 1/2007) che aveva mutuato dalla riforma Moratti (rinviata) la valutazione (positiva) del consiglio di classe per l’ammissione all’esame, vi era stata complessivamente una selezione finale più alta in entrambi gli anni (2007 e 2008) di applicazione: 6,4%.

In effetti, contrariamente a quanto si pensa, è vero che negli ultimi due anni i diplomati hanno superato il 97% (e i non diplomati sono stati quasi il 3%), ma se, più correttamente, la selezione si misura sugli scrutinati si ottiene, appunto, che il tasso di selezione finale per l’esame di Stato è stato del 6,4%.