
Financial Literacy, Italia sotto la media Ocse. Ragazzi più preparati delle ragazze. Importante influenza degli amici. I dati PISA 2022

Quasi 8 studenti su 10 dichiarano di saper gestire il proprio denaro (anche se, quando sono con gli amici, raccontano di fare meno attenzione), ma per la Financial Literacy l’Italia si colloca al di sotto della media OCSE. Gli studenti italiani ottengono infatti un punteggio simile agli studenti norvegesi e spagnoli, ma più basso di quelli di Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Austria, Polonia, Portogallo e Ungheria. E i ragazzi ottengono più punti rispetto alle ragazze. E’ quanto emerge dalla presentazione dei risultati OCSE di Financial Literacy rilevati nell’indagine comparativa internazionale PISA 2022 che ha cadenza triennale e che si rivolge ai ragazzi e alle ragazze quindicenni. INVALSI e Banca d’Italia illustrano gli esiti italiani nel corso di un Convegno “La Financial Literacy in PISA 2022. I giovani e l’alfabetizzazione finanziaria in Italia”. L’indagine internazionale OCSE PISA è la prima su vasta scala a rilevare l’alfabetizzazione finanziaria dei giovani. In questi decenni nei Paesi e nelle economie emergenti e non è aumentato l’interesse per il livello di conoscenze finanziarie dei propri cittadini, in particolare dei giovani. Infatti, è noto da tempo che già a 15 anni le ragazze e i ragazzi sono coinvolti in operazioni finanziarie, seppure di semplice natura. Questa crescente attenzione è legata, tra l’altro, alla consapevolezza che le nuove generazioni dovranno affrontare un panorama di prodotti finanziari sempre più vasto e di maggiore complessità che implica l’acquisizione e lo sviluppo di conoscenze, abilità e atteggiamenti per attuare comportamenti finanziari appropriati per il proprio benessere e quello della società.
La rilevazione PISA 2022 definisce le competenze finanziarie come “la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari, nonché le competenze e gli atteggiamenti necessari per applicare tali conoscenze al fine di prendere decisioni efficaci in una serie di contesti finanziari, per migliorare il benessere finanziario degli individui e della società e per consentire la partecipazione alla vita economica”. Complessivamente, hanno partecipato circa 98.000 studenti rappresentativi di circa di 10 milioni di studenti di 15 anni dei 20 Paesi/economie che hanno aderito all’indagine. Nel nostro Paese, nello specifico, hanno partecipato all’indagine oltre 6.200 studenti di 343 scuole.
Entrando nel dettaglio dei risultati, emerge che il 62% degli studenti italiani ritiene che gli argomenti finanziari siano per loro importanti, un dato in linea con la media OCSE. La percentuale di studenti a cui piace parlare di argomenti economici e finanziari e che proviene da famiglie dove i genitori sono maggiormente coinvolti è superiore di 30 punti percentuali rispetto agli studenti che provengono da famiglie con genitori poco coinvolti. Il coinvolgimento della famiglia non influenza comunque l’importanza che i ragazzi assegnano agli argomenti, ma si riflette sulla loro sicurezza nel saper gestire il denaro. Complessivamente, gli studenti provenienti da famiglie avvantaggiate mostrano un interesse nei confronti dei temi economico-finanziari più elevato rispetto ai loro coetanei provenienti da famiglie svantaggiate.
In linea con la media OCSE, il 18% dei nostri studenti non raggiunge comunque il livello minimo di competenza. Le abilità di lettura e comprensione sono basilari per la risoluzione di qualsiasi tipo di compito, compresi quelli in ambito finanziario. Allo stesso modo, le abilità numeriche di base sono essenziali per avere a disposizione elementi quantitativi per vagliare le implicazioni di decisioni finanziarie nel breve e lungo periodo. In Italia, il 73% dei risultati in Financial Literacy è spiegato dalla performance in matematica e lettura (80% media OCSE); il 27% da altri fattori, tra cui quello specifico della literacy finanziaria. A parità di punteggio in matematica e lettura con studenti provenienti da altri Paesi, i nostri quindicenni ottengono un risultato in Financial Literacy inferiore in media di 12 punti .
Gli studenti del Nord Est e del Nord Ovest ottengono un punteggio medio statisticamente più alto delle altre aree geografiche e della media nazionale. Il Centro con i suoi 484 punti non si discosta da tale media, mentre quello degli studenti del Sud e del Sud Isole è più basso.
Se parliamo invece delle differenze di punteggio legate alla tipologia di scuola frequentata, emerge che in PISA 2022 Financial Literacy, gli studenti dei Licei conseguono il punteggio più elevato (507) , seguiti dagli studenti degli Istituti Tecnici (478). Gli studenti degli Istituti Professionali (409) e della Formazione Professionale (411) ottengono un punteggio inferiore agli altri tipi di scuola e simile tra loro.
Financial Literacy: il ruolo della scuola
Agli studenti sono stati presentati 16 termini relativi al mondo economico e finanziario. Gli studenti dovevano indicare se negli ultimi dodici mesi, a scuola, ne avevano mai sentito parlare o imparato qualcosa in merito. In Italia gli studenti dichiarano in media di aver imparato a scuola e di conoscere il significato di meno della metà dei termini proposti: 6 termini su 16, un termine in meno rispetto alla media OCSE. In Italia, il termine più conosciuto è “stipendio”, quello meno conosciuto “interesse composto”.
Gli studenti italiani hanno meno opportunità dei loro coetanei a livello medio OCSE di svolgere compiti o attività legate al mondo economico-finanziario. Quelle che i nostri studenti svolgono più spesso sono: considerare la differenza tra spendere soldi per cose necessarie e per desideri e considerare i modi possibili per pagare una spesa (svolte spesso da uno studente su sette); quelle che svolgono meno spesso sono: descrivere lo scopo e l’uso dei soldi, discutere i diritti dei consumatori quando hanno a che fare con istituti finanziari e discutere i modi in cui i soldi investiti in borsa cambiano valore nel tempo (svolte spesso da meno di uno studente su dieci).
Financial Literacy: comportamenti e strategie di spesa degli studenti
Monitorare il proprio denaro, controllando di quanti soldi si dispone e verificando di ricevere il resto giusto, è un comportamento che caratterizza una percentuale elevata di studenti di tutti i Paesi partecipanti, compresi gli studenti italiani. In linea con quanto avviene a livello medio OCSE, anche in Italia, gli studenti provenienti da contesti avvantaggiati tendono a riferire in misura maggiore rispetto a quelli svantaggiati comportamenti associati al monitoraggio delle proprie finanze. Prima di fare un acquisto, più di 7 studenti italiani su 10 confrontano i prezzi di diversi negozi e quelli tra un negozio tradizionale e uno online; poco più della metà aspetta che il prodotto diventi più economico; il 32% dei nostri studenti dichiara di seguire quella che può essere definita una strategia di spesa poco prudente, ossia acquistare il prodotto senza fare alcun confronto dei prezzi a cui è possibile trovarlo.
Le ragazze tendono a confrontare i prezzi di diversi negozi più dei ragazzi. Nel complesso, confrontare i prezzi è una strategia di spesa adottata soprattutto dagli studenti provenienti da famiglie avvantaggiate.
Financial Literacy: atteggiamenti di spesa degli studenti
Il 49% degli studenti a livello medio OCSE e il 46% degli studenti italiani dichiara di fare acquisti che assecondano il proprio umore. In media, il 54% degli studenti dei Paesi OCSE e il 64% degli studenti italiani sostengono che per loro è più facile controllare le proprie spese pagando in contanti.
Financial Literacy: influenza degli amici
Il 61% degli studenti italiani (60% media OCSE) dichiara di aver comprato qualcosa perché la avevano i propri amici; il 43% dei nostri ragazzi (contro il 47% della media OCSE) dichiara poi di spendere più di quanto vorrebbe quando è con gli amici; il 38% (34% media OCSE) di comprare spesso quello che gli amici consigliano; il 30% (22% media OCSE) di voler tenere il passo con lo stile di vita dei propri amici; il 18% (20% media OCSE) riconosce che gli amici hanno una forte influenza sulle proprie decisioni di spesa. In Italia, in linea con la media OCSE, sono soprattutto i ragazzi a subire l’influenza dei pari, per quanto riguarda il comprare qualcosa perché lo hanno gli amici, voler seguire il loro stile di vita, riconoscerne l’influenza sulle proprie decisioni di spesa.
Financial Literacy: comportamenti e atteggiamenti legati al risparmio
Il 91% dei nostri studenti (93% a livello medio OCSE) ha risparmiato negli ultimi 12 mesi, soprattutto se so tratta di studenti avvantaggiati. Il 45% degli studenti italiani (contro il 27% della media OCSE) risparmia esclusivamente a casa e il 41% (61% media OCSE) ricorre a una forma “mista” (a casa e in un conto). Per circa il 56% degli studenti italiani (45% media OCSE) il risparmio è qualcosa che si fa solo se si hanno dei soldi da parte. Oltre due terzi degli studenti italiani dichiara di avere un atteggiamento a lungo termine nei confronti del risparmio: il 67% si dichiara in grado di lavorare efficacemente verso obiettivi a lungo termine (74% media OCSE); il 71% pianifica obiettivi di risparmio per determinate cose che vuole comprare o fare (73% media OCSE).
Al convegno di presentazione dei risultati italiani intervengono Chiara Scotti – Vice Direttrice Generale di Banca d’Italia; Angela Romagnoli – Banca d’Italia e Carlo Di Chiacchio – INVALSI. Una tavola rotonda, moderata dalla dott.ssa Magda Bianco – Capo Dipartimento Tutela della clientela e Educazione finanziaria di Banca d’Italia – vede gli interventi di. Fabrizio Manca – Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di Donato Masciandaro – Professore ordinario Università Bocconi di Milano e Direttore del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e della Prof.ssa Anna Maria Ajello – Professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione – Università di Roma Sapienza. Conclude i lavori il dott. Roberto Ricci – Presidente INVALSI.
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