Fedeli scrive ad ANVUR: tra le richieste, la revisione degli indicatori della ricerca e la semplificazione dell’accreditamento dei corsi

L’accelerazione delle nuove regole di accreditamento dei dottorati, che potranno favorire un numero maggiore di corsi, specie nelle discipline umanistiche. E il monitoraggio delle problematiche di genere nel campo della ricerca, per poter intervenire sugli ostacoli che impediscono il raggiungimento della stessa produttività scientifica da parte di ricercatrici e ricercatori. Sono due delle richieste che la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, ha fatto all’ANVUR, nella lettera inviata per l’approvazione del programma triennale di attività dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Ne dà comunicazione una nota del Miur.

In particolare, la Ministra, guardando ai prossimi due anni di attività, insiste su alcuni punti chiave. A partire dalla necessità di verificare che le procedure di accreditamento dei corsi di laurea da parte degli atenei siano state realmente semplificate e che abbia dunque funzionato il nuovo meccanismo messo in campo dall’ANVUR. Per il Ministero l’alleggerimento del carico burocratico rappresenta infatti una “priorità”, spiega Fedeli. Citata anche la revisione quali-quantitativa degli indicatori per la valutazione del sistema universitario e di ricerca e per l’Abilitazione scientifica nazionale, compresi quelli che fanno riferimento alla classificazione delle riviste, con particolare riguardo alle aree non bibliometriche.

 L’attuale programmazione triennale del sistema universitario 2016-2018 non prevede la possibilità di istituire nuove università, ricorda poi Fedeli, ma la Ministra invita a ragionare da subito, sulla revisione del quadro di standard quali-quantitativi per l’accreditamento iniziale di nuove sedi e per il riconoscimento delle sedi di università estere nel nostro Paese, a tutela della qualità degli studi e in considerazione dell’offerta già esistente.

Chiesta l’accelerazione del nuovo regolamento per l’accreditamento dei dottorati in un’ottica di snellimento delle procedure e per fissare criteri più flessibili per l’avvio dei dottorati inter-sede. Criteri che potranno incidere positivamente, ad esempio, sull’attivazione di un numero più alto di dottorati in campo umanistico. Attenzione viene posta poi alle problematiche di genere. La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, ricorda Fedeli, inserisce “con forza l’obiettivo della parità di genere nelle politiche europee”. E il Trattato di Amsterdam “individua nel mainstreaming di genere di tutte le politiche pubbliche lo strumento per monitorare il progresso verso questo obiettivo”. Per questo viene espressa all’ANVUR “la necessità che i dati per la valutazione della ricerca, ovunque disponibili, siano raccolti e resi in forma disaggregata per sesso, in maniera tale da consentire un’analisi di genere. Questo Ministero – prosegue la lettera – ritiene che l’avanzamento verso un obiettivo realistico di parità tra i sessi sia un importante parametro di valutazione”. Viene dunque richiesta “una proposta metodologica” che consenta di “produrre informazioni sul tipo di ostacoli che eventualmente prevengano l’integrazione paritaria di studiosi e studiose e il raggiungimento della medesima produttività scientifica”.