Fare la scuola dell’accoglienza

di Rosamaria Lauricella Ninotta

Sono Dirigente Scolastico di un Istituto comprensivo di Roma, in una zona periferica, non molto distante dal centro della città che accoglie un’utenza scolastica eterogenea e complessa, caratterizzata da flussi migratori di nuovi nuclei familiari di etnie diverse. Inoltre sono presenti sul territorio molte comunità Rom, che portano i propri figli da noi. Già da 10 anni circa, il nostro Istituto ospita molti alunni stranieri e ROM e questa realtà ci impegna ogni giorno in un vero lavoro di integrazione, lungo, difficile e ancora oggi non del tutto risolto, anche se notevolmente migliorato nel tempo in termini di reale inserimento e convivenza nelle classi. Gli alunni Rom, da semplici nominativi di iscritti, hanno iniziato ad avere un volto, un visetto forse anche sporco ma conosciuto e presente tra i banchi. Infatti, adesso, in ogni classe si registrano almeno due/tre presenze di bimbi realmente frequentanti. Anche nella scuola dell’Infanzia abbiamo dei bimbi Rom presenti ogni giorno, nonostante la loro tenera età che scoraggia, per cultura, i loro genitori ad iscriverli. Abbiamo avuto dei momenti molto difficili… Nell’ultimo inserto dedicato a La Scuola che Sogniamo, e pubblicato all’interno del numero di ottobre di Tuttoscuola, abbiamo proprio parlato della scuola che accoglie, una scuola su misura.

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Abbandoniamo la “gentile” accettazione della diversità
Il lento lavoro svolto quotidianamente nelle situazioni di vita reale ha prodotto, prima di tutto, un cambiamento in noi adulti. Abbiamo dovuto lavorare sul nostro modo di concepire una scuola ormai multietnica, sulle modalità di vivere e condividere gli spazi con nuovi compagni che non erano mai entrati in un’aula. Sono cambiate le relazioni con le famiglie Rom, adesso sempre più presenti e partecipi alla vita scolastica. Abbiamo puntato su tanto lavoro di didattica pura come alfabetizzazione di base per italiano e matematica, nonché, coinvolgimento in attività per piccoli gruppi, mirate all’apprendimento di regole spicciole del vivere civile e del rispetto delle regole. Ma, soprattutto, negli anni abbiamo abbandonato quell’aria di “gentile” accettazione del diverso per lasciare spazio ad una sempre più effettiva accoglienza, lontana da giudizi. Stiamo lavorando molto sulle famiglie perché siano agenti di cambiamento e perché si sentano parte di una comunità non penalizzata perché appartenente ad una realtà fragile e a rischio, ma semplicemente una realtà normalmente complessa.

Accoglienza e inclusione mirata
Da circa 5 anni, la nostra scuola è investita da una nuova identità di alunno straniero. In pochissimo tempo, vicino al nostro quartiere sono sorti dei centri di accoglienza per migranti e in ogni classe abbiamo bambini siriani, iracheni e dei paesi africani, martoriati dalla guerra. A differenza delle iscrizioni dei bambini Rom, diluite nel tempo anche se continue, con frequenze irregolari pur sempre più assidue, l’inserimento di questi nuovi compagni è stato massiccio e repentino ed ha modificato nuovamente ed in poco tempo l’assetto demografico della nostra utenza. Inoltre, i nuovi arrivati, oltre ai problemi di lingua e di cultura diversa, portano dentro una storia di dolore e di un recente passato fatto, il più delle volte, anche di violenza vissuta. Questa nuova emergenza, ha determinato una rivisitazione tempestiva del nostro approccio nei loro confronti, poiché abbiamo ritenuto prioritario farli sentire accolti con un sorriso e con l’ascolto spontaneo delle loro esperienze, attraverso dei mediatori culturali. In questo modo la scuola prova a costruire e praticare forme di accoglienza e inclusione mirate a consentire agli alunni con back ground migratorio di sentirsi accolti e di accedere alle stesse opportunità di studio offerte ai loro coetanei italiani.

Nell’inserto de La Scuola che Sogniamo dedicato alla Scuola su Misura e pubblicato nel numero di ottobre di Tuttoscuola, abbiamo provato a pensare a una scuole che fa la differenza, che veda l’accoglienza come un percorso necessario, anche se faticoso. Leggi l’articolo integrale, sfoglia il numero di ottobre di Tuttoscuola.

Abbiamo parlato della scuola su misura nell’inserto de La scuola che sogniamo pubblicato su Tuttoscuola 

La scuola su misura è il modello che abbiamo presentato ad ottobre all’interno del nostro progetto “La scuola che sogniamo”.

Nell’inserto pubblicato all’interno del numero 605 ottobre di Tuttoscuola, oltre a questo articolo di Italo Fiorin troverai i seguenti approfondimenti sulla scuola digitale:

– Ma la nostra è una scuola inclusiva, di Italo Fiorin
– Verso una scuola sempre più inclusiva, di Patrizia Buonamici
– La scuola che accoglie, come renderla reale?, di Stefania Forte
– La scuola che sogno deve essere accogliente, di Francesco Cadelano

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